Yes, il capolavoro “Close to the edge”

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(metallized.it)
Close to the Edge rappresenta la piena maturità artistica degli Yes, un perfetto connubio tra tecnica, melodia. Grazie alle loro immense capacità tecniche, mediante l’uso di svariati strumenti riescono a portare avanti delle lunghissime canzoni senza annoiare chi ascolta. Gli assoli si susseguono, sembra quasi che ogni strumento voglia ritagliarsi uno spazio per farsi sentire meglio. Il titolo dell’album si riferisce al “Siddharta” di Hesse, la title track parla delle quattro stagioni dell’uomo. Ascoltando le canzoni si percepisce una vena di spiritualità orientale e un certo mistero generato dalle liriche complicate ed ermetiche. La copertina del disco è dell’artista Roger Dean.

(rockol.it)
“Close to the Edge” è stato pubblicato nel settembre del 1972, è riconosciuto come uno dei capolavori della musica prog. Rick Wakeman ha detto: “Per me è un album molto speciale. E’ stato realizzato nel periodo in cui la band era al suo apice”.

(sentireascoltare.com)
Quinto album di studio degli Yes, Close To The Edge stabilisce una pietra miliare tanto per la band quanto per il progressive rock. Genesis, Jethro Tull, Pink Floyd, King Crimson, Gentle Giant, Camel, Renaissance stanno tutti sparando le loro migliori cartucce. Il genere conquista le classifiche di tutto il mondo. Close To The Edge viene reso disponibile per il pubblico il 13 settembre 1972, e schizza subito in alto nelle classiche. In Olanda arriva al n. 1, in UK al n. 4, e al n. 3 negli States. Bill Bruford lascia la truppa per unirsi ai King Crimson, viene rimpiazzato da Alan White che aveva lavorato con John Lennon, George Harrison, Steve Winwood e Ginger Baker. Il tour che prende il via il 30 luglio da Dallas, protraendosi per ben 95 date tra USA, Canada, Giappone e Australia, è il più lungo mai affrontato dal gruppo. Seguirà il triplo live Yessongs, che viene testimonia il formidabile momento della band.

(fancityacireale.it)
“Close To The Edge” è la rappresentazione perfetta del rock progressivo. La registrazione fu accompagnata da una maniacale cura del dettaglio. Nel primo lato dell’album troviamo una suite che dura diciannove minuti. Jon Anderson, che i compagni di band chiamavano “l’architetto musicale”, si occupò di creare le armonie vocali intense e raffinate. Il lato B dell’album si apre con “And You And I”. A seguire “Siberian Khatru”.

(guitarsexchange.com)
La chitarra è un elemento indissolubile dal suono degli Yes, anche se il loro successo risiedeva nella combinazione di tutti gli elementi, dall’organo di Wakeman al potente basso di Squire e alla voce cristallina di Anderson. In Close to the Edge è Howe che porta il ‘peso’ della melodia che gira intorno ai quasi 18 minuti di durata del pezzo che dà il titolo all’album e che diventa il protagonista in And You And I con le dodici corde della sua acustica. In Siberian Khatru volevano colpire il pubblico con un pezzo quasi strumentale dove dimostrare ognuno i suoi poteri. Wakeman spreme al massimo la sua montagna di sintetizzatori, Howe e Squire ricamano questa falsa jam session facendo dialogare le rispettive chitare.

La musica da leggere: YES – Gli anni d’oro 1969-1980 (Paolo Carnelli)
“YES – Gli anni d’oro (1969-1980)” parla del decennio in cui il gruppo ha prodotto una serie di album considerati dei capolavori rivoluzionari. Il volume è ricco di fotografie. La narrazione viene scandita dai membri degli Yes e dalle loro dichiarazioni. In quasi trecento pagine vengono raccontati i dieci album in studio pubblicati dal gruppo ed i due dal vivo, i vari avvicendamenti di diversi membri della band, e una miriade di aneddoti. Completano l’opera una la discografia del gruppo relativamente al periodo trattato e le schede biografiche di tutti i musicisti coinvolti.

 

 

 

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