(rockol.it)
L’opera di Adinolfi è imprescindibile non solo per chi sia un estimatore della “lounge music”, ma anche per chiunque sia un semplice appassionato di storia delle musiche. Questo libro è stato tradotto e pubblicato in inglese, ottenendo dei riconoscimenti internazionali. Adinolfi traccia un panorama complessivo che parte dalla musica e abbraccia la letteratura, l’arte, il cinema, la cultura e la società.
(repubblica.it)
L’autore ricostruisce la subcultura artistica e musicale nata negli anni 90 sulla base di generi e stili nati negli anni 50, 60 e 70, frutto di un esotismo folle e visionario che raccontava il Tiki style, l’euforia per le missioni spaziali, l’orientalismo, il boom dell’American bar. Il tutto intrecciato con cinema, tv, moda e pubblicità.
“Il lounge come paradiso artificiale – scrive Ken Holligs di The Wire – il Tiki come totem della libidine e il cocktail come miraggio culturale sono stati approfonditi e illustrati con cura, con un’attenzione entusiastica ai dettagli. Lo stesso vale per questioni complesse come appropriazione culturale, consumo di massa, alienazione e fuga”.
(ilmanifesto.it)
Si può seguire Mondo Exotica come un viaggio nell’esotismo in generale, e nelle sue declinazioni in musica. Il libro tiene insieme un repertorio vastissimo, dalla cultura pop (inclusi film e telefilm) alla sociologia, dalla storia alla musicologia, dalle ricette alcoliche alle discografie. Scava nella tradizione popolare legata al culto dell’esotismo proponendone una originale “archeologia culturale”.
(libraccio.it)
Lounge music, exotica, jazz criminale, spy music, easy listening, space age pop, library music, colonne sonore italiane e straniere di genere, nu jazz, electro swing. Mondo Exotica ricostruisce un universo di suoni. La direttrice su cui si innestano questi racconti è rappresentata dalla generazione cocktail: la subcultura artistico-musicale che dagli anni novanta si è “appropriata” di generi e stili nati nei decenni cinquanta, sessanta e settanta.
(radiocoop.it)
L’autore: “Una pozione intossicante, colma di suoni, manie, immaginari che da allora (anni 50) continua a ispirare musica, cinema, televisione, pubblicità, moda. Con la “generazione cocktail” sono affiorati e tornati in auge stili, ritmi, scenari che in passato erano di esclusiva pertinenza del “mondo degli adulti” e quindi tanto più distanti da “recuperi giovanili”.