Massimo Ghini

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“Ho esordito come animatore nei villaggi turistici. Ho cominciato con Rosario Fiorello. Lavoravamo nello stesso villaggio. Io ero capo animatore e Rosario il barman. E’ stata un’esperienza positiva, una bella palestra. Ho imparato ad interfacciarmi con il pubblico e a fare cose che il mio mestiere di attore non mi consentiva di fare. Ho sviluppato la capacità di parlare e di prendere in mano le situazioni”.

“Il primo incontro importante è stato con Strehler, mi ha scelto dopo un provino facendomi a debuttare a Parigi. L’altro incontro è stato con Vittorio Gassmann, che considero il mio maestro. Con lui sono riuscito a instaurare un rapporto di amicizia e di stima, mi sono sentito considerato. Poi è arrivato Franco Zeffirelli che mi ha permesso di farmi conoscere a livello internazionale”.

“Quando inizio a studiare un personaggio mi trasformo fisicamente. Comincio a ragionare e a sentirmi come il personaggio. Quando mi alzo la mattina e mi guardo allo specchio mi abituo a vedermi in quel personaggio”.

“Il nostro è un mestiere di grande fatica ma anche di divertimento. La possibilità di vivere dei personaggi storici ti dà un divertimento meraviglioso” .

“Sono talmente esposto politicamente che non posso professare il contrario. Vengo da una vecchia storia di militanza. Mio padre era un esponente del Partito Comunista. La militanza è sempre stata una parte di me stesso da dare al patrimonio comune”.

“Ho sempre apprezzato Luchino Visconti. Ho provato una grandissima emozione quando ho visto per la prima volta “Morte a Venezia”. Grazie a questo film ho scoperto la “quinta di Mahler”, una musica che mi è entrata dentro”.

 

 

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