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Cinema: C’era una volta il beat italiano

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(ciakmagazine.it)
C’era una volta il beat italiano del cineasta romano Pierfrancesco Campanella racconta gli anni Sessanta, un’epoca di grandi fermenti. Primo capitolo di una trilogia di docufilm a carattere musicale che sarà completata dai prossimi film dedicati al rock progressivo e alla dance italiana. Il racconto del periodo passa attraverso la musica, che si adeguò con sonorità nuove e testi più impegnati. Come raccontano nelle interviste del film i tanti cantanti coinvolti, come Don Backy e Ricky Gianco, Renato Brioschi dei Profeti e Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, fino a Livio Macchia dei Camaleonti, Gianni Dall’Aglio dei Ribelli, Donatella Moretti e Mario Pavesi dei Fuggiaschi, Giuliano Cederle dei Notturni, oltre a Franco Oppini dei Gatti di Vicolo Miracoli, massima espressione del movimento “Verona Beat”. Fondamentale la presenza di Mita Medici la prima “Ragazza del Piper”, come significativo è l’apporto di Rosanna Fratello.

C’era una volta il beat italiano è impreziosito dai contributi di vari addetti ai lavori, come Fernando Fratarcangeli (direttore della rivista Raropiù), Massimiliano Canè (Techetechetè, RaiUno), il press-agent Niccolò Carosi, i parolieri Alberto Salerno e Claudio Daiano, i musicisti Natale Massara, Mauro Goldsand e Rodolfo Grieco, i discografici Federico Monti Arduni, Italo Gnocchi e Andrea Natale, l’operatore culturale Franco Mariotti, la conduttrice tv Morena Rosini (gruppo Milk and Coffee), il regista Luca Verdone e gli esperti di beat Francesco Lomuscio, Federico Gnocchi e Carlo Lecchi (Presidente AVI, Associazione Vinile Italiana). Infine Ivan Cattaneo che il beat lo ha rilanciato negli anni Ottanta con i suoi album di cover.

La musica degli anni Sessanta fu lo speciale megafono attraverso cui molti dei messaggi e delle tematiche avanzate dai giovani di allora fecero il giro del mondo. Sulle note delle canzoni dei Beatles, di Bob Dylan e di Joan Baez i ragazzi iniziarono a protestare contro la guerra, la società dei consumi, l’imperialismo, il razzismo. Nacque il beat italiano, durato dai primi anni sessanta sino alla fine del decennio. Massimi esponenti furono: Equipe 84, Rokes, Camaleonti, Nomadi e Giganti, e le due “regine del Piper” Caterina Caselli e Patty Pravo.

(blmagazine.it)
Nella seconda metà degli anni Sessanta esplose anche in Italia il fenomeno della beat generation. Nato su imitazione della musica soul e rhythm and blues, e sulla scia di romanzi americani quali Il giovane Holden di Jerome David Salinger e Sulla strada di Jack Kerouac, il fenomeno beat assunse in Italia dei caratteri particolari. Li illustra il regista Pierfrancesco Campanella con il docufilm: C’era una volta il beat italiano. L’opera vuole rendere omaggio ad una stagione musicale irripetibile.

Parole & Musica: Pierfrancesco Campanella (regista)
“Sono cresciuto con quelle canzoni, conservo vivo il ricordo di quegli anni pieni di creatività, fermento ideologico, cambiamenti sociali e rivoluzioni nella moda e nel costume”.

“All’epoca c’erano riviste musicali come “Giovani”, “Ciao amici”, “Big”. Da lì partivano i successi discografici e le carriere di molti artisti emergenti”.

“La radio ebbe un ruolo fondamentale, perché era l’unico modo per ascoltare la nuova musica, soprattutto quella proveniente dall’estero. Allora c’erano solo i canali Rai con trasmissioni come “Bandiera gialla” di Gianni Boncompagni e “Per voi giovani” di Renzo Arbore. In alcune regioni italiane si ascoltavano anche le trasmissioni di Radio Montecarlo e Radio Capodistria”.

“La cultura beat si basava sul sovvertimento delle regole, sullo svecchiamento dei valori. Il movimento femminista nacque dall’esigenza di dare alle ragazze un nuovo status, abbattendo lo stereotipo della donna-oggetto”.

“Il beat diede modo a tante nuove band di esplodere nella discografia italiana. Come i Giganti, Dik Dik, Camaleonti, Equipe 84”.

“Le canzoni dell’epoca beat vennero anche utilizzate per veicolare dei messaggi pacifisti, mentre i soldati americani erano impegnati nella guerra del Vietnam. Una su tutte “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling tones” di Gianni Morandi, composta da Mauro Lusini”.

“L’epoca beat ha subito una rinascita anche negli anni ottanta, grazie a pellicole come “Sapore di mare” o ad album come “2060 Italian Graffiati” di Ivan Cattaneo”.

 

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