(ladigetto.it)
Molti fan e biografi hanno sostenuto che la causa della morte di Jim Morrison sarebbe stata un’overdose, i referti medici ufficiali parlano di arresto cardiaco, ma non fu eseguita alcuna autopsia. Jim è sepolto nel cimitero Père Lachaise di Parigi. La sua tomba è meta di pellegrinaggi da parte di migliaia di visitatori, curiosi e turisti. Si è sostenuto che Morrison viva ancora in incognito. Le voci su una presunta seconda vita si moltiplicarono in seguito alla pubblicazione del libro Vivo! di Jacques Rochard (grafico francese, che sostiene di aver incontrato Morrison a Parigi nel 1980).
Diverse persone che frequentarono Jim a Parigi ricostruirono i momenti di quella tragica notte del 3 luglio 1971. Un buttafuori del locale notturno “Rock’n’Roll Circus” ricordava di aver visto Jim incontrare uno spacciatore che vendeva abitualmente droga a Pamela. Jim aveva provato l’eroina solo due giorni prima con Pamela. Poco più tardi il buttafuori venne chiamato da alcuni clienti che dicevano di un uomo che si era sentito male alla toilette, ma quando arrivò era già stato portato via. Il conte Jean de Breteuil, che forniva l’eroina a Pamela, il giorno dopo partì in tutta fretta con la sua fidanzata per il Marocco dove rimase poi per alcuni mesi. Un altro amico si confidò con un’amica modella di Jim, Elizabeth Lariviere (detta Zozo), preoccupato perché Jim potesse essere morto in seguito alla droga che gli era stata data.
La mattina del 7 luglio 1971 si celebrarono i funerali presso l’unico cimitero che ospita gli stranieri a Parigi, il Père Lachaise. C’erano la fidanzata Pamela Courson, il manager Bill Siddons e gli amici Agnès Varda e Alain Ronay.
Secondo un articolo del 9 luglio 2007 del quotidiano la Repubblica, Jim Morrison sarebbe morto di overdose in un night club del quartiere latino di Parigi chiamato Rock’N’Roll Circus. Sam Barrett, amico del leader dei Doors, raccontava che la sera del 3 luglio 1971 Jim sniffò una dose massiccia di eroina e si chiuse dentro il bagno del locale. Mezz’ora dopo Barrett fu avvisato che Jim non usciva, buttarono giù la porta e lo videro steso per terra con la bava alla bocca. Un medico che era al night club disse che si trattava di overdose. Barrett e Pamela, per nascondere il tutto, portarono il cadavere a casa nella vasca da bagno fingendo che fosse morto per cause naturali.
I sostenitori della teoria del complotto affermano che la morte di Jim fu una messa in scena da parte della CIA per far fuori questi cantanti maledetti che con la loro musica convincevano milioni di fans a rifiutare la guerra in Vietnam e vivere in libertà.
(jamtv.it)
“Jim Morrison, il cantante del gruppo rock americano The Doors, è morto a Parigi all’età di 27 anni. È stato trovato nella sua vasca da bagno nel suo appartamento al 17 di Rue Beautreillis dalla fidanzata Pamela Courson. La diagnosi del dottore afferma che la causa della morte è stato un attacco di cuore aggravato dall’eccessivo bere. Il resto del gruppo, il tastierista Ray Manzarek, il chitarrista Robby Krieger e il batterista John Densmore, si trova al momento negli Stati Uniti”. Il comunicato della BBC prosegue con dettagli biografici, soffermandosi sui diversi arresti subiti da Morrison per atti osceni in luogo pubblico e spiegando che il cantante si trovava a Parigi perché intenzionato a dedicarsi alla carriera letteraria.
5 luglio: il gruppo non ha avuto alcuna comunicazione ufficiale riguardo la morte del suo cantante. Oltre a Pamela, le uniche persone ad aver visto il cadavere sono i due dottori che si recano a fare l’autopsia, un paio di pompieri, qualche poliziotto e Agnès Varda, l’amica regista di Jim. Alain Ronay (amico di Jim Morrison sin dai tempi dell’università) è il primo a recarsi sul posto con Agnès, ma non ha il coraggio di guardare il corpo dell’amico morto. Lo fa lei, che descrive il volto di Jim come “tranquillo e sereno” immerso nell’acqua macchiata di sangue. Nessuna autopsia è stata effettuata sul cadavere.
Negli anni si sono sviluppate tante leggende che vogliono la morte del cantante dei Doors una messa in scena per sfuggire l’ormai odiato mondo del rock e rifarsi una vita altrove. In Africa, come vuole la leggenda di Mr. Mojo Risin’ inventata dallo stesso Morrison quando era ancora in vita (qualche mese prima di trasferirsi a Parigi Jim aveva parlato con alcuni amici del desiderio di andare a vivere in Africa, fingere una falsa morte e inserirsi in qualche comunità di indigeni) o sulle Ande. Avendo Morrison firmato il suo testamento il 12 febbraio 1969, in cui lasciava ogni suo avere a Pamela, è stato facile porre strampalate tesi su un possibile omicidio
Da tempo Pamela insisteva affinché lei e Jim si recassero a Parigi. Sembra che la ragazza avesse più che una love story con un conte francese, un certo Jaime de Bretaille (o Jean De Bretiuiel) che frequentava da circa un anno. Pam era attratta dal fatto che il conte era un eroinomane e uno spacciatore a tempo pieno. Marianne Faithfull, che aveva una relazione con il personaggio, lo ricorda come “una persona disgustosa. Ma aveva un sacco di droga. Si considerava il pusher delle star. Era questo che attirava me e Pamela verso di lui”. Jim, come quei poeti e scrittori americani che negli anni 20 e 30 si trasferirono nella città francese, e per i suoi vecchi amori letterali come Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, era attratto da Parigi. Il grande amico Alain Ronay gli parlava sempre della Francia e vi si recava almeno una volta all’anno. In Francia Jim era già stato un anno prima in compagnia dell’amica e regista Agnès Varda, che viveva parte dell’anno a Parigi.
La giornalista Salli Stevenson: “C’era una cosa assolutamente incredibile nella sua passione per Parigi. Credeva sarebbe stato il luogo in cui avrebbe potuto essere sé stesso, senza avere la gente che lo perseguitava e che lo costringeva a spettacolarizzare la sua vita, trasformandola in qualcosa che non era”.
Pamela parte per Parigi il 14 febbraio accompagnata all’aeroporto da Jim. Deve cercare un appartamento dove i due, dopo un periodo critico sarebbero andati a vivere. Il nuovo disco dei Doors è quasi pronto, e quando Jim comincia a dire che vuole raggiungere la donna nessuno dei compagni si oppone.
Robby Krieger ricorda: “Jim parlava di Parigi da un bel po’ di tempo. Dopo aver registrato L.A. Woman e adempiuto i suoi obblighi contrattuali, non c’era più nulla che potesse fermarlo. Disse che sarebbe volato a Parigi e che sarebbe rimasto lì per un po’ di tempo”.
Nessuno dei Doors pensava che il gruppo fosse finito. Cominciarono a provare nuove canzoni scritte da Krieger che avrebbero dovuto incidere al ritorno di Jim. Frank Lisciandro invece sosteneva di aver avuto numerose conversazioni con Jim, e che i suoi giorni a Los Angeles erano finiti: “I suoi impegni discografici erano terminati con l’ultimo disco appena inciso. I problemi legati al processo di Miami sembravano finiti. Avevamo chiuso gli uffici della HWY Productions, la casa di produzione cinematografica. Se ne stava andando per sempre. Quella particolare fase della sua vita e della sua carriera era finita”.
Jim arriva a Parigi l’11 marzo, sistemandosi con Pamela in una suite dell’Hotel Georges V. Una settimana dopo si trasferiscono nell’appartamento della modella Elisabeth Lavriere, al 17 di Rue Beautreilles.
Dai racconti di Pamela il loro esilio parigino è idilliaco. Non è così. Per certi periodi Jim si era impegnato nella scrittura, era riuscito a perdere qualche chilo (negli ultimi mesi Morrison era diventato il classico ritratto dell’alcolista: ventre gonfio e aspetto trasandato), aveva smesso di bere e si vestiva in modo ordinato. Ma avrebbe presto scoperto la particolare magia parigina, i suoi caffè e bistrot aperti giorno e notte. Pamela conduceva una vita parallela, lasciandolo solo per lunghi periodi per concedersi alla sua vita fatta di amanti e di eroina. Morrison era un accanito fumatore e soffriva di tosse asmatica. Agli inizi di aprile Pam lo porta da un dottore americano, ma Morrison continua a fumare. A Parigi Jim fa lunghe passeggiate per le strade della capitale francese: i mercati all’aperto; l’Isle St. Louis dove c’era l’Hashish Club ritrovo di Baudelaire e dei suoi amici; il Louvre. Ama sostare in Place des Vosges, dove visse Victor Hugo, e lì scrive molte delle sue poesie parigine. I due agli inizi di aprile prendono a nolo un’automobile e, attraversando le città di Orléans, Tours e Tolosa, giungono in Spagna. Si fermano a Madrid, dove visitano il museo del Prado, poi vanno a Granada. Fino a giungere in Marocco, Casablanca e Marrakech. Tornati a casa, trovano che ZoZo, la modella che aveva loro affittato l’appartamento, è tornata con diversi amici per qualche giorno. Prendono una camera all’hotel Beaux Arts, al 13 di Rue des Beaux Arts. Finiscono nella camera dove era morto il poeta Oscar Wilde. Jim è sempre ubriaco. La sera del 7 maggio sale sul balcone della camera e perde l’equilibrio: si schianta su una macchina parcheggiata lì sotto. Pamela, terrorizzata, corre fuori dove trova Jim in piedi che si pulisce la polvere dalla giacca e se ne va altrove a bere nuovamente. A maggio vanno in Corsica. Prendono un aereo fino a Marsiglia e qui Jim, evidentemente ubriaco, perde la patente, il passaporto e il portafogli. Sono costretti a tornare a Parigi per fare dei duplicati, per giungere infine ad Ajaccio, in Corsica. Vi rimangono per dieci giorni.
Intanto è uscito L.A. Woman, l’ultimo disco dei Doors che riceve ottime recensioni e va nei posti alti delle classifiche.
Tornati dalla Corsica, Morrison si immerge nella scrittura. Prendono corpo le poesie che verranno pubblicate nei volumi Wilderness e The American Night. Jim decide di assumere una segretaria, una canadese alta e bionda, Robin Wertle.
Dopo circa un paio di mesi, nonostante qualche serataccia (come quella che lo vede protagonista al Rock’n’Roll Circus, in cui si ubriaca e viene coinvolto in una rissa e minaccia di tuffarsi nella Senna), sembra stia tornando in pace con sé stesso. Vuole dedicarsi al cinema. Pamela continua a frequentare le sue compagnie di vip e snob eroinomani. Lui si concede qualche serata con Rory Flynn, la bellissima figlia dell’attore Errol Flynn, che aveva conosciuto a Los Angeles ai tempi delle prime esibizioni al Whisky A Go Go, e che adesso fa la modella a Parigi.
Una sera di giugno Pamela invita un amico a casa. I tre cenano insieme. L’amico di Pamela, collaboratore della rivista rock Crawdaddy, scrive in un articolo: “Jim sta bene come non lo vedevamo da tempo e sicuramente sta meglio che nel periodo del processo di Miami. Dice di aver smesso di bere, è considerevolmente dimagrito”.
La forte tosse continua. A metà giugno Jim si reca nuovamente da un dottore. Gli viene ordinato di abbandonare fumo e alcol. 1° luglio: Parigi è colpita dal caldo afoso. Cercare di disintossicarsi dalle droghe o dall’alcol da soli, senza un sostegno medico e psicologico, non facile. Oltre a eventuali problemi fisici collaterali, anche l’umore può subire grossi sbalzi, inducendo i soggetti a forti crisi depressive. Ed è una crisi depressiva quella che comincia ad attanagliare Jim Morrison. Pamela e l’amico Alain sono preoccupati per la sua forte tosse accompagnata da occasionali fiotti di sangue. Quella sera lui e Pamela vanno a cena al ristorante Le Beautreillis. Litigano, Jim si alza e se ne va, lasciandola sola.
2 luglio: Pamela sostiene di essere stata a cena con Jim e Alain, questi dice di aver passato tutta la giornata da solo con lui, cena inclusa. Nel racconto di Alain, Jim è in condizioni tragiche. Tossisce continuamente, è pallido e taciturno. Alain racconta che a un certo punto Jim chiude gli occhi per qualche secondo. Dopo cena, preda della depressione sempre più incalzante, Jim insiste nel voler mandare un telegramma al suo editore, a proposito della copertina della nuova edizione economica di The Lords And The New Creatures. Non vuole che venga usata la sua foto giovanile da sex symbol, scattata da Joel Brodsky, preferisce quella di Edmund Teske in cui appare con la lunga barba. Ma uffici postali sono chiusi per uno sciopero. Sempre secondo Alain, dopo cena Jim lo implora di non lasciarlo solo. Alain ha un appuntamento con Agnès Varda e cerca di liberarsi verso le 6 e mezza del pomeriggio. Non avrebbe più rivisto Jim da vivo.
Quello che succede in seguito: secondo Pamela, lei e Jim vanno al cinema a vedere Death Valley; secondo Alain, Jim va al cinema da solo a vedere il film Notte senza fine con Robert Mitchum; i frequentatori del Circus dicono che si reca nel locale, si inietta una dose di Cina bianca, eroina purissima che gira quell’estate a Parigi e che ha già causato diversi morti, e muore di overdose nel bagno del locale.
Alain Ronay racconta di essersi svegliato di soprassalto la mattina del 3 luglio alle 06.00 circa (ora in cui Pamela trova il corpo senza vita di Jim nella vasca da bagno) convinto che il telefono stia squillando. Ale 08.00 una telefonata lo costringe a rispondere. È Monique Godard, insegnante di yoga che ha presentato a Jim. Gli dice che sta partendo da Parigi e che non può recarsi all’appuntamento previsto con Morrison per cominciare la terapia di yoga. Gli dice anche di portare Jim da un dottore. Pochi minuti e il telefono suona di nuovo. È Pamela: “Jim è senza sensi e perde sangue. Chiama un’ambulanza, io non conosco il francese. Presto”. La ragazza sta singhiozzando: “Credo che stia morendo”. Alain corre da Agnès. Chiamano un’ambulanza e si recano a casa di Jim e Pam. Quando arrivano, ci sono già la Polizia e un dottore. Pamela è sconvolta e in lacrime. Alain non ha il coraggio di entrare in bagno, non vuole vedere l’amico morto. Alain dice a Pamela di non rivelare la vera identità di Jim, o si sarebbe scatenato l’inferno della stampa. Dichiarano alla Polizia trattarsi di Douglas James Morrison, un poeta americano. Pamela comincia a raccontare la sua versione dei fatti: quella sera, dopo aver cenato, essere stati al cinema e guardato un po’ di televisione, Jim si era messo ad ascoltare i dischi dei Doors; quindi raggiunge la fidanzata a letto; ha serie difficoltà respiratorie; lei lo sveglia per paura che possa soffocare nel sonno ma lui chiede di non chiamare nessun dottore; dice che si sarebbe fatto un bagno caldo, ma una volta nella vasca chiama la ragazza in preda al vomito; dopo un po’ Jim sembra essersi ripreso e ha riacquistato colorito, la tranquillizza dicendole che sarebbe rimasto ancora un po’ nella vasca per riprendersi del tutto. Pamela si riaddormenta per svegliarsi di soprassalto verso le 06.00 del mattino. Accortasi che Jim non è al suo fianco, si sarebbe diretta in bagno dove lo avrebbe trovato ancora nella vasca, il capo reclinato da una parte e il braccio destro a penzoloni fuori della vasca. Quando non risponde alle sue richieste di svegliarsi crede che Jim le stia facendo uno dei suoi soliti scherzi. Nota del sangue che gli cola da una narice mentre l’altra è bloccata da un grumo anch’esso di sangue. Avrebbe provato a tirarlo fuori, ma il massiccio fisico dell’uomo glielo avrebbe impedito. Allora sarebbe corsa al telefono a chiamare Alain e il conte, chiedendo aiuto. Il conte era in partenza alla volta del Marocco proprio quella mattina con la sua compagna Marianne Faithfull. Secondo quanto le avrebbe confidato che il conte, Morrison era morto per overdose di eroina.
Il primo dottore giunto sul posto esamina Jim per pochi minuti, dando a Pamela il permesso di recarsi in comune a ritirare il certificato di morte “per arresto cardiaco”. Nel pomeriggio giunge un secondo dottore, chiamato dalla polizia, il corpo di Jim intanto è stato posto sul letto della coppia. Anche il suo esame è estremamente rapido, arrivando a meravigliarsi come un giovane con un fisico così muscoloso e in buona forma sia potuto morire in una vasca da bagno. Non vede segni di punture di siringhe e dichiara che la morte è dovuta ad arresto cardiaco. La polizia ordina che il corpo rimanga nell’appartamento. Verso sera un impiegato delle pompe funebri si presenta con una scorta di ghiaccio per cercare di fermare la decomposizione fino a che le indagini siano finite. Nei due giorni seguenti tornerà con nuovo ghiaccio, il suo consiglio è che nessuno rimanga nell’appartamento: il caldo ben presto renderà tutto molto penoso. Sembra che Pamela abbia dormito nelle tre notti seguenti a fianco del suo Jim.
5 luglio: Pamela si decide a chiamare il manager dei Doors, Bill Siddons, perché ha bisogno di soldi. Siddons chiama Ray Manzarek, che ordina al manager di prendere un aereo per Parigi per andare a verificare i fatti. Siddons riceve una telefonata anche dal presidente della Elektra inglese a proposito delle voci che stanno cominciando a circolare: uno dei dj del Circus avrebbe annunciato la morte di Jim al pubblico presente in sala la notte tra il 2 e il 3 luglio.
6 luglio, mattina: Siddons entra nell’appartamento, trova che la bara è già stata chiusa. La polizia ha deciso di non proseguire le indagini. Siddons aspetterà il 9 luglio prima di fare un comunicato stampa ufficiale per annunciare la morte di Jim Morrison. Manzarek, che per quasi tutti gli anni 70 avrebbe continuato a sostenere che Jim Morrison non era morto e che sarebbe tornato da un momento all’altro, al ritorno di Siddons lo investirà come una furia: in quella cassa avrebbe potuto esserci qualunque cosa, dice. Gli altri due Doors si mettono invece l’animo in pace. Sembra che quel pomeriggio i tre se ne siano andati in studio a registrare nuova musica.
La morte di Jim Morrison è certamente dovuta al crollo di un fisico debilitato da anni di abusi, ma è anche vero che le grandi aspettative di Jim per l’avvio di una brillante carriera di scrittore in terra di Francia e gli scarsi risultati che stava ottenendo in tal senso potrebbero averlo condotto a una crisi depressiva. Il fatto che lui abbia sempre rifiutato di seguire qualunque consiglio medico potrebbe essere l’indicazione che Morrison avesse deciso di compiere un lento suicidio, lasciandosi andare finché il corpo non avrebbe più retto. Il vomito a base essenzialmente di sangue che lo colpì nelle prime ore del 3 luglio potrebbe indicare che la ferita nei suoi polmoni, causata anni prima da una caduta da un balcone del Chateau Marmont di Los Angeles, si fosse riaperta per via della forte tosse che lo perseguitava. Un altro motivo potrebbe essere un’ulcera allo stomaco, caso classico in un alcolista. Il bagno caldo avrebbe fatto il resto. Un’altra teoria: il cantante avrebbe mischiato le pillole che prendeva contro la tosse asmatica con abbondanti dosi di alcol. Due le teorie sulla morte per overdose: dopo la cena del 2 luglio, il cantante si sarebbe recato al Circus, avrebbe acquistato una dose di Cina bianca, se la sarebbe iniettata e quindi sarebbe morto di overdose nel bagno; i tossici che erano con lui lo avrebbero portato nel suo appartamento per evitare grane e qui immerso nella vasca da bagno nel tentativo di rianimarlo. La seconda teoria: Jim era un forte consumatore di cocaina; essendo tornato a casa quella sera mentre la ragazza si stava preparando una dose di eroina, lei gli avrebbe detto trattarsi di cocaina. che lui avrebbe sniffato. Secondo Danny Sugerman (giornalista, scrittore, produttore musicale), ex tossicodipendente lui stesso, invece “è molto facile che il compagno di un’eroinomane finisca prima o poi per indulgere anche lui negli stessi abusi. La Cina bianca che circolava a Parigi in quei giorni, aveva già fatto dozzine di morti”.
Qualcuno, alcuni giorni dopo la morte di Jim Morrison, andò nella banca di Los Angeles dove era accreditato il suo conto, a ritirare una grossa somma di denaro. L’impiegato della banca ha sempre detto trattarsi dell’intestatario del conto, il signor Jim Morrison.
Il funerale si tiene la mattina del 7 luglio alle 08.30. Alain è riuscito a comprare uno spazio al Père-Lachaise, che Morrison aveva visitato pochi giorni prima della morte con l’amico. La cerimonia è in gran segreto e si svolge in fretta. Sono presenti Bill Siddons, Agnès Varda, Alain Ronay e Robin Wertle. Presente per caso è la signora Colinette che, intervistata anni dopo, avrebbe detto: “Tutto venne fatto in pochi minuti. Non c’era neanche un prete, e tutti se ne andarono immediatamente”. Bill Siddons e Pamela Courson volano il giorno stesso a Los Angeles.
Ci sono teorie contrastanti anche sulla morte della ragazza, avvenuta il 25 aprile di tre anni dopo a Hollywood per overdose di eroina. Due settimane dopo avrebbe ottenuto l’eredità completa di Jim Morrison dopo anni battaglie legali con gli altri Doors.
Jim Morrison al momento della morte aveva 27 anni.