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La musica da leggere: Atom Heart Mother. Il cuore nuovo dei Pink Floyd (Giovanni Rossi)

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(cinemonitor.it)
Giovanni Rossi ricostruisce il clamoroso punto di svolta nella carriera di una delle band più importanti della storia del rock, analizzando il disco che inaugura una nuova, straordinaria, via per Waters e compagni.

Giovanni Rossi: “Atom Heart Mother è stato un album di necessario passaggio, un importantissimo viatico per la maturità, è stato il primo numero 1 nella storia della band, nonché forse uno dei migliori esperimenti riusciti in quel periodo di commistione tra rock e classica”.

“La suite di Atom Heart Mother è figlia soprattutto di Ron Geesin. Il compositore inglese ha scritto da solo tutte le partiture orchestrali, lavorando sui riff e sugli assolo che i Pink Floyd gli avevano consegnato in una forma piuttosto scarna. Ci troviamo di fronte ad uno dei rarissimi episodi in cui un brano dei Pink Floyd è accreditato ad un autore esterno al gruppo”.

“Atom Heart Mother fu il vero primo grande momento di rottura con il passato, un album in cui i Pink Floyd si gettarono definitivamente alle spalle l’etichetta psichedelica per tentare qualcosa di nuovo”.

“Poche persone come Storm Thorgerson furono in grado di comprendere appieno la musica e la poetica dei Pink Floyd, e solo un gruppo coraggioso come i Pink Floyd, avrebbe potuto dare carta bianca ad un artista visionario come Storm Thorgerson. Gli avevano detto che volevano una copertina che avesse poco a che fare con i Pink Floyd, e Thorgerson li prese in parola. Non poteva esserci nulla di più strano di una mucca al pascolo. Una mucca che non c’entrava niente col disco ma che, proprio come quell’album, era un assoluto punto di rottura, una dissoluzione totale dell’estetica precedente, l’esaltazione dell’ordinario e della quotidianità in un modo straordinario. Quella divenne una delle copertine più famose della storia del rock. Fece comprendere quanto potessero essere evocative le immagini nella musica, e soprattutto quanto potessero divenire superflue le didascalie”.

(truemetal.it)
Giovanni Rossi racconta un momento particolare della storia dei Pink Floyd a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Ricchissimo di fatti curiosi e insoliti e davvero coinvolgente e scorrevole, questo lavoro di Rossi è fondamentale per gli amanti della band e del rock britannico di quel periodo.

 

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