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Brigitte Bardot

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“È molto difficile invecchiare per tutti. Le donne che vivono per la loro bellezza hanno difficoltà ad accettare la vecchiaia, motivo per cui fanno interventi di chirurgia estetica. Io invece accetto di invecchiare; è naturale e gli animali mi accettano con le rughe”.

“Ho sempre avuto paura del palcoscenico e ce l’ho ancora. Non ho fiducia in me e temo di non essere all’altezza. Ma nonostante questa paura sono sempre riuscita in quello che mi ero prefissata”.

“Ho avuto molte esperienze. Ho goduto della vita con le sue gioie e le sue angosce. Ho sempre cercato l’amore assoluto che ho trovato, alla fine, con gli animali”.

“La donna non sarà mai uguale all’uomo fisicamente, è un bene che sia così. Dobbiamo mantenere la nostra femminilità. Io non farei lavori da uomo”.

“L’ecologia è fondamentale. La Terra sta morendo devastata dall’uomo. Ci sono 8 miliardi di esseri umani sulla Terra. È da questa demografia incontrollabile e incontrollata che nascono tutti i problemi che ci porteranno alla fine del mondo. Di questo nessuno osa parlare. Continuiamo a far nascere bambini ed è drammatico. La Terra si sta vendicando con terribili uragani, terremoti, incendi boschivi devastanti, vulcani che eruttano, drammatiche inondazioni, ondate di calore e siccità. Senza contare l’immondizia che produciamo”.

“Sono orgogliosa di aver avuto il coraggio di abbandonare il cinema per dedicarmi alla protezione degli animali, da sola e ridicolizzata da tutti i media”.

“La Chasse” (la caccia) è la canzone più vera e commovente che io abbia cantato. Ho le lacrime agli occhi quando la ascolto. Odio la caccia e i cacciatori. Mi è sempre piaciuto suonare la chitarra e l’ho fatto molto bene, ho suonato anche con i Gipsy Kings”.

“Non sono una femme fatale. Sono un po’ ingenua, ma soprattutto sono me stessa. Roger Vadim mi ha aiutato a far emergere una personalità un po’ difficile da definire. Posso essere tutto e il suo contrario. Non ho un carattere facile”.

“I miei genitori mi hanno dato una buona educazione, il coraggio, il senso dell’onore e della patria, l’onestà, la compassione, il sapere, nobiltà di cuore e dell’anima, come vestirsi bene ed essere elegante. Questi sono i valori che mi hanno trasmesso e che non ho mai perduto”.

“Quando sono arrivata, Saint-Tropez era un piccolo villaggio dimenticato da Dio. Oggi è diventato un orrore, un posto da miliardari, senz’anima. Non ci vado quasi mai. Tutti quelli che amavo sono morti, le botteghe che mi piacevano sono scomparse, sostituite da insegne di lusso”.

“Non sono un’eremita. Leggo i giornali, guardo la tv, osservo questo mondo che diventa un circo. Il modo in cui trattiamo il nostro pianeta è abominevole: riscaldamento globale, inondazioni, una demografia esplosiva. Temo che le epidemie che si stanno annunciando ristabiliranno dolorosamente un nuovo ordine. Quando quei 5 miliardi di persone di troppo su questa Terra saranno scomparsi, la natura riprenderà i suoi diritti”.

“Ero carina, ho avuto delle avventure, piacevo agli uomini. Ero io a scegliere. Alle avventure ho sempre preferito le storie d’amore. Molti erano attratti dalla Bardot, ma alcuni si affezionavano a Brigitte. È capitato anche che si stufassero di me, facendomi soffrire”.

“Mi dispiace è non aver sposato un bello zingaro, che mi avrebbe portata a vivere nella sua roulotte trainata dai cavalli, e guardata ballare al suono della sua chitarra. Mi sarebbe piaciuto vivere così”.

“Ho scelto la solitudine per difendermi. Mi preservo dall’umanità che mi circonda, da questa umanità rumorosa e invadente. Vivo circondata da animali, alberi, fiori. Ho cavalli, asini, montoni, capre, maiali, galline, anatre, oche, piccioni. Poi, cani e gatti”.

“Ho sposato la causa degli animali per dare un senso alla mia esistenza. Sto tentando di spiegare all’uomo che le crudeltà inferte agli animali sono indegne, inaccettabili, disumane”.

“Ho lasciato il cinema nel 1973, avevo trentotto anni. Ho deciso subito di dedicarmi esclusivamente alla protezione degli animali. È diventata la mia missione”.

“Vorrei lasciare di me una traccia importante nella battaglia per i diritti degli animali. Mi piacerebbe che non si mangiaste più carne di cavallo. Dopo il cane è l’amico più vicino a noi, l’animale che ci ha permesso di sopravvivere e spostarci fino all’arrivo dell’automobile, colui che ha diviso con gli uomini le guerre e le emergenze, che ha arato i campi, trainato le diligenze e le carrozze, trasportato feriti e moribondi, che è morto a milioni sui campi insanguinati della prima e della seconda guerra mondiale. Farlo finire nei nostri piatti è un sacrilegio”.

“Trovavo affascinante quando mi dicevano che ero bella o che avevo un bel culetto. Sono complimenti piacevoli”.

“Sono diventata vegetariana nel 1962, quando sono andata alla televisione francese per denunciare le condizioni dei macelli. Sono diventata consapevole dell’orrore degli allevamenti intensivi, dei trasporti e dell’uccisione degli animali d’allevamento. Sono sempre stata sensibile alle sofferenze degli animali, ma da allora in poi mi sono rifiutata di essere complice di queste morti disumane industrializzate”.

 

 

 

 

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