La musica da leggere: Pop Life 1982-1986. I cinque anni d’oro della musica (Luca De Gennaro)

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Il grande pregio del libro è quello di non cadere in un triste diario di tutto ciò che non c’è più, l’auspicio è che nasca qualcosa di ancora migliore, i toni non sono nostalgici. La musica tra gli anni ’70 e ’90 ha rappresentato la possibilità di far collimare mondi diversi e lontani con grande semplicità, a volte ricordando una cosa importante: la musica, l’arte è vita. Pop life è un invito ad imparare dal passato e a costruire il futuro.

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I momenti migliori della lettura sono quelli in cui l’autore rievoca aneddoti e storie di cui è stato testimone oculare e anche, a volte, coprotagonista.

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Il sottotitolo di questo volume è “1982-1986 – i cinque anni d’oro della musica”. Sono gli anni delle popstar e della New Wave, ma anche del Rap, del Metal e della Dance. Oltre che di tante proposte che non disdegnavano il sano rock chitarristico, che pure durante gli anni ’80 c’è stato (Dire Straits, Bon Jovi, Springsteen, Bryan Adams). Si assiste anche a una seconda giovinezza per molti artisti famosi nel decennio precedente come nel caso di Tina Turner, America, Peter Gabriel, Hall & Oates. Impressionante la quantità di aneddoti e incontri ravvicinati che De Gennaro ha vissuto in prima persona. Da quella volta che Mick Jagger gli ha telefonato a casa, a quando David Bowie per stemperare la tensione durante un’intervista gli ha chiesto una sigaretta e si è tolto le scarpe, il pomeriggio passato a New York nell’abitazione dell’indimenticato artista Keith Haring. Per non parlare dei concerti storici a cui ha assistito e che racconta con dovizia di particolari intriganti: il live di Springsteen a Zurigo, quando riesce ad entrare in Svizzera pur col documento scaduto, o quello dei Police a Reggio Emilia, in cui finisce in mezzo a una rissa che lo porta a una serie di peripezie e una delle notti più assurde della sua vita. Nel 1981 il concerto degli esordienti U2, col biglietto acquistato direttamente al botteghino del teatro, pochi minuti prima dell’esibizione, per soli nove dollari. Quella volta in cui sempre i Police suonarono di fronte a sole quattro persone perché non volevano deluderle. New York torna tantissime volte e per certi versi è l’anello di congiunzione geografico del libro. De Gennaro ha avuto l’idea di inserire alcuni brevi capitoli composti solo da playlist, con QR Code scansionabile per farle partire su Spotify.

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Il libro contiene 330 pagine fatte di racconti musicali riferiti ad un periodo fra il 1982 al 1986. Nascevano artisti come Prince, Madonna, Whitney Houston e i Duran Duran, usciva “Thriller” di Michael Jackson e fece la sua comparsa il “compact disc. In America nasceva MTV e la musica diventa qualcosa anche “da vedere”. Artisti sconosciuti come i Tears For Fears e gli Eurythmics ottennero un successo incredibile anche in America. Il rapporto fra musica e mondo della moda conobbe delle vette di alto livello. L’autore è stato testimone diretto dell’entusiasmo di Warren Cuccurullo, chitarrista dei Duran Duran (ex Frank Zappa) quando ebbe l’opportunità di conoscere Elio Fiorucci, il noto stilista. Erano gli anni di Live Aid, organizzato da Bob Geldof dei Boomtown Rats, il primo evento globale che il mondo della musica ricordi. Nascevano riviste specializzate, radio che si occupavano quasi soltanto di musica, era un periodo d’oro per le case discografiche.

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De Gennaro arricchisce la narrazione con aneddoti personali legati a giganti della musica. C’è Mick Jagger che invita l’autore in hotel a prendere un tè, un incontro mancato per pura fatalità. “Era il secondo giorno più importante dell’82 in Italia: i Rolling Stones erano in concerto a Torino, mio fratello, un filosofo il cui massimo della trasgressione è Bob Dylan, è sposato con una donna che aveva legami alla lontana con l’ex moglie di Jagger. Diedi loro due biglietti per il concerto perché ero in partenza per Roma. Mick Jagger telefonò a mio fratello, invitandolo nel suo hotel dove gli avrebbe regalato due biglietti per il live, ma la sua risposta fu: ‘No, grazie, li ho già.”

Parole & Musica: Luca De Gennaro (dj, giornalista, scrittore)
“Sono cresciuto ascoltando Radio Luxembourg di notte. Ho iniziato a 15 anni nelle radio libere degli Anni Settanta. Sono entrato in Rai a ventidue anni, nel 1981. Ero a Bologna al Dams, sentii che la Rai voleva svecchiarsi assoldando giovani. Mi trasferii a Roma ed entrai a Radio Luna: prendevo 160 mila lire al mese. Poi mi chiamò la Rai. Nella radio private romane ho conosciuto Fabrizio Frizzi. Eravamo come fratelli. Mi manca Fabrizio”.

“La musica è entrata nella mia vita grazie ai miei quattro fratelli maggiori che mi hanno allevato a forza di Beatles, Rolling Stones, Dylan, De André, Pink Floyd, Led Zeppelin, progressive rock. I primi concerti li ho visti con loro: Van Der Graaf Generator, Colosseum, Chicago, Jethro Tull, Genesis”.

“Mi sono sempre definito disc jockey. Seleziono la musica con lo scopo di farla ascoltare ed apprezzare dalla gente. Ho fatto e continuo a far ballare la gente in discoteca, scrivere sui giornali, lavorare in radio, insegnare all’Università, pubblicare libri”.

“La radio è stato il mio amore assoluto. Continuo a farla su Radio Capital. Gli anni più esaltanti sono stati quelli di Planet Rock, il programma che ho condotto su Radio Rai tra il 1991 e il 1994. Tutte le sere, per tre ore, eravamo il megafono di una generazione. Ho contribuito alla nascita di MTV in Italia. L’esperienza più eccitante come dj è stata la tournée con Vasco Rossi, aprivo i suoi concerti negli stadi. Su quella storia ho scritto il libro: E tutto il mondo fuori”.

“Il libro Pop Life è nato perché gli anni tra l’82 e l’86 sono stati quelli in cui molti artisti sono diventati popolari pubblicando i loro best seller. L’82 era il primo anno di MTV in America e del compact disc. In quel periodo si affermarono nuove pop star come Madonna, Prince, Duran Duran, Whitney Houston. Altri vissero il loro momento di maggiore successo: David Bowie, Bruce Springsteen, Peter Gabriel, Paul Simon, Tina Turner”.

“Le mie radici sono rock. Al liceo apprezzavo sia i King Crimson che gli Eart Wind & Fire. Ho amato anche il rap e l’house music”.

“Il disco in vinile è un bell’oggetto, quelli della mia generazione ci sono cresciuti, siamo affezionati all’ascolto su questo tipo di supporto. C’è una riscoperta del gusto di ascoltare un’opera che ha un inizio e una fine: il disco in vinile ha una durata stabilita, fissa”.

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