“Sono un fan del cinema di genere. Ho amato il modo in cui i registi italiani hanno saputo rinnovarlo, sia che affrontassero il western che il giallo, il poliziesco o la commedia sexy. Prendevano un prototipo americano, come “Il braccio violento della legge” o la serie sull’ispettore Callaghan, e lo reinventavano a modo loro, dandogli nuova vita. Sergio Leone, Sergio Corbucci, Sergio Sollima hanno cominciato come critici cinematografici, come i registi francesi della Nouvelle Vague, dopo sono passati alla sceneggiatura e poi alla regia della seconda unità”.
“Bob Dylan ha dovuto sopravvivere ai ’60 per non essere più considerato un artista di quel decennio, io ho dovuto fare lo stesso con i ’90. All’epoca non eravamo sempre connessi a tutta questa tecnologia”.
“Le critiche mi scivolano addosso. Credo in quel che faccio al cento per cento”.
“Sono un regista della mia generazione a pieno titolo, e ho un seguito. Anche Hitchcock ha visto altri imitare le sue tecniche, ed è stato un bene”.