Ornella Vanoni

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“Il jazz è la musica più libera che ci sia. La prima voce jazz che ho amato è stata Billie Holiday. La forza di Lady Day era la stessa di Amy Winehouse. Billie era molto triste ma mai tragica. Ti spingeva alle lacrime ma non soffocavi nel dolore. Come Amy. E come Marilyn Monroe, voce da bambina. Sono artiste pure”.

“Lady Gaga suona e canta benissimo. Ha molto più talento di Madonna”.

“Mi sono sposata con Lucio Ardenzi, noto impresario teatrale. Mi ha fatto recitare “L’idiota” di Marcel Achard. Ho vinto un premio importante, ma non volevo fare l’attrice, ero insicura. A 21 anni ho incontrato il regista Giorgio Strehler. Frequentavo il suo corso di recitazione. Lui si è innamorato di me. E’ finita per colpa del suo vizio: la droga. Probabilmente è l’uomo che mi ha amata di più. Mi disse: “Se mi lasci, perdi anche il Piccolo Teatro di Milano”. E’ stato molto difficile dopo remare da sola. Quando ho conosciuto Ardenzi stavo con Gino Paoli, per il quale ho pianto sempre. La sera prima del matrimonio con Lucio dicevo alle mie amiche: “Non mi sposo”. Ma erano già stati fatti tutti gli inviti”.

“Con il passare degli anni se n’è andata la timidezza, sono diventata più sicura di me. Sono sempre emozionata prima di uno spettacolo, ma non mi prende più quel panico incontrollabile di ogni volta”.

“Da adolescente ho frequentato dei collegi in Francia e in Svizzera. A Losanna c’erano i figli di famiglie benestanti, ignoranti e viziati. Lì ho conosciuto il fotografo Gunter Sachs, andavamo a sciare e uscivamo la sera. Con Giorgio Strehler stavo bene, ma non era il divertimento della giovinezza. Vivevo al fianco di un genio, lo amavo, ma non era semplice. A 25 anni avevo già vissuto quello che si vive in quattro vite”.

“La musica è sempre la mia vita perché mi fa volare. Rispetto al teatro ha un valore aggiunto”.

 

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