“Prima il mio pubblico era più di nicchia, ora ho ricevuto molto amore e questo mi ha reso più aperta. Sono una persona stressata e ansiosa, ma lotto solo con me stessa e questo mi porta a migliorarmi sempre”.
“Tutti i grandi della musica hanno un proprio sound, un timbro. A me piace che il ritornello stupisca. Penso a Dua Lipa. Ma anche a Achille Lauro o Mahmood. Non ho paura di ripetermi. Non ho paura in generale. Se vacillassi non sarei arrivata dove sono, sono sempre convinta della mia musica perché mi rende felice”.
“Per parlare della canzone che porto a Sanremo, fuorilegge è chi non dà ascolto al giudizio degli altri, specie quando ci dicono che la nostra idea è sbagliata, che dovremmo lasciar stare. È la mia storia. Non mi sono messa in luce per la mia voce, ma perché ho lavorato tanto sulle mie doti, cercando di affinare le armi dello storytelling, le rime, l’immaginario e il resto. Ho faticato in questi anni, ma posso dire di avercela fatta con la musica che voglio”.
“Sono molto sensibile al tema della sostenibilità ambientale. Anni fa ho deciso di diventare vegana. Ero partita da un bisogno legato alla salute, anche per la mia storia famigliare. Avevo letto il libro Sei quello che mangi, un racconto scientifico che spiega l’impatto degli allevamenti di carne sul nostro ambiente. Poi ho iniziato a guardare dei documentari che mostravano in modo shoccante le crudeltà a cui sottoponiamo gli animali. Da quando sono diventata vegana la mia vita è migliorata, mi sembra di fare qualcosa per gli altri ogni giorno. L’industria del latte o quella delle uova inquinano quanto quella della carne. Cambia solo la pratica di uccisione. È una crudeltà assurda togliere il vitellino alle mucche per avere il loro latte, una volta che sono state messe incinte apposta per quello. Quella vegana sarà l’alimentazione del futuro”.
“Fin da piccola mi hanno sempre chiamato Rose (il vero nome è Rosa Luini). Villain è nato a Los Angeles, dove mi trovavo per studiare musica. Avevo 18 anni e avevo creato una band punk, The Villains, i cattivi. Ho tenuto il nome per ricordo”.
“La psicoterapia è un regalo grandissimo che facciamo a noi stessi. Anche quando hai risolto i nodi più grossi legati al passato, è bello confrontarsi con una persona che non è lì per giudicarti ma per ascoltarti”.
“Ho frequentato il liceo linguistico. Ho un’ottima memoria visiva. Non studiavo molto, ma i risultati erano buoni. Poi sono andata a Los Angeles per un corso di musica contemporanea. Gli Stati Uniti erano il mio sogno fin dalle elementari”.
“Ho viaggiato molto. New York resta il mio posto del cuore, è casa. È una città molto attenta alla sostenibilità, hanno bandito i sacchetti in plastica prima che in Italia. Quando c’è da fare una manifestazione per il cambiamento climatico le strade sono piene. Il mio sogno era andare in Africa, sono stata in Tanzania. Vorrei visitare la Bolivia, il Perù, Brasile, Argentina. Viaggiare è conoscere e conoscersi”.