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Sanremo 2025 – Olly, “Balorda nostalgia”

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“Sono un ragazzo normale, un ventitreenne come tanti, con qualche tatuaggio”.

“Le mie performance sono molto fisiche, anche le mie canzoni lo sono”.

“Scrivo canzoni da quasi dieci anni, penso di essere cresciuto. Non sono molto credibile perché ai miei concerti mi scolo l’amaro sul palco. Ho 23 anni, non sento di avere la verità in tasca, ma mi impegno il più possibile a essere serio, a limitare le sbandate”.

“Sono soddisfatto della mia musica. Quello che ho oggi me lo sono costruito io. Come figlio minore ho sempre avuto i vestiti di mio fratello, i suoi professori, il rugby l’ho fatto perché lo faceva anche lui. Solo la musica me la sono scelta io. E sono orgoglioso di portare la mia famiglia ai miei concerti. Mia madre ha organizzato una festa a Sanremo con i suoi amici del liceo con cui lo guardava al tempo”.

“Papà è avvocato, mamma è magistrato, mi hanno insegnato ad essere responsabile. Quando andavano ai colloqui con gli insegnanti non chiedevano che voti prendevo, ma se fossi educato. Non sono mai stati genitori opprimenti o pesanti, mi hanno sempre lasciato fare quello che volevo perché si fidavano di me”.

“Sono in un momento della mia vita in cui il grafico è molto altalenante, Sto crescendo, aumentano le responsabilità e io ci tengo a mantenere un certo livello di professionalità. Voglio essere il più serio possibile, e cercare di limitare le sbandate, eppure ogni tanto la tentazione c’è, proprio per l’età. L’equilibrio è la cosa più difficile: più lo cerco e meno lo trovo”.

 

 

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