Francesco Silvestre (cantante): “Qualche anno fa mi è stata diagnosticata la depressione. Non riuscivo ad alzarmi dal letto, ero terrorizzato, non dormivo la notte, sognavo di salire sul palco e di fare scena muta o di andarmene. Ho cominciato a rinascere grazie alla cura farmacologica. All’inizio cantavo in casa, poco perché facevo fatica. Ritrovare l’entusiasmo non è stato facile. Quando sono tornato sul palco non è andata subito bene, ma la gente mi ha dato coraggio”.
“La depressione non la puoi raccontare a chi non la conosce, ma puoi condividerla con chi come te la vive. Ho preso coraggio e ho deciso di condividere quello che ho passato. Credo che la depressione viva dentro ognuno di noi e non so quanto si possa superare definitivamente. Ho capito che bisogna essere forti. Ho imparato che oltre le paure ci sono le cose più belle”.
“Abbiamo esordito nel mondo della musica circa venti anni fa. Credo che i risultati che si sono manifestati in questi anni facciano parte di un percorso partito dal basso, che abbiamo costruito con grande umiltà e con grande perseveranza, e che poi ha pagato. In tutto quello che abbiamo fatto siamo stati anche fortunati, perché ci siamo resi conto di aver incontrato tanta gente più brava di noi che però non ha avuto la stessa fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto”.
“Non ci siamo mai voluti adattare a quella che è oggi l’industria musicale. La coerenza con quello che siamo ci ha salvati. Se ci fossimo adattati a quello che chiede l’industria musicale oggi, facendo duetti, collaborazioni con artisti di musica elettronica, togliere la musica suonata, togliere le storie dalle canzoni, non saremmo riusciti a riempire uno stadio come San Siro. Con la nostra musica siamo sicuri che le persone che ci hanno amato fino a oggi continueranno a farlo”.