“Volevo essere un duro l’ho scritta un anno fa per il nuovo disco, non pensando a Sanremo. Per la partecipazione fittizia al Festival, nella serie tv di Carlo Verdone, abbiamo scelto Tu sei il mattino. È una ballad, la mia forma preferita perché lascia il giusto spazio per le parole. Con i miei testi mi diverto a creare ogni volta dei rebus”.
“Il mio look si ispira al glam rock anni 70 di Marc Bolan e David Bowie. Per me i vestiti sono fatti per essere logorati dall’intensità della performance. Un concerto significa sudore, non perfezione. Paolo Conte diceva che sul palco un musicista incontra non il pubblico ma una canzone, perciò si deve far trovare vestito meglio che può, come ai migliori appuntamenti”.
“Non è strano vedere un cantante indie in un contesto pop. Vivo il Festival di Sanremo come un live, come un’occasione per fare la cosa che mi interessa di più nella vita: suonare”.
“Amo la solitudine della campagna. Le mie giornate si svolgono perlopiù davanti al pianoforte. È la cosa che mi piace di più. Mi piacciono i quadri di Ligabue, i fumetti di Pazienza, le poesie di Emily Dickinson, i racconti di Roal Dahl. Gran parte delle cose che faccio sono legate alla musica, ai dischi, alla ricerca in questo campo. La dimensione che preferisco è quella live, quando sono sul palco. Mi piacciono le cene con poche persone, altrimenti poi non si riesce a parlare con tutti”.
“Ero un bambino quando mio padre e mia madre mi fecero vedere il film The Blues Brothers. Ne rimasi estasiato. C’era dentro tutta la musica più bella della storia. Loro erano due supereroi che si rialzavano in qualsiasi situazione. Era impossibile non voler essere come loro”
“A scuola ero l’unico con i capelli lunghi, che suonava, ero identico ad adesso. Ho fatto lo Scientifico a Grosseto, ricordo poco dei professori, ma tutto dei miei compagni di classe. Ho imparato in quel periodo a convivere con altre persone che non hanno le mie stesse passioni e che sono diverse da me”.
“Mi ha spinto a cantare la voglia di fuggire dalla realtà, raggiungere un’altra epoca, la voglia di calarmi in panni che non sono miei. Quando una canzone racconta la realtà per com’è mi annoia. La musica serve a ingannarci, mentre nella vita di tutti i giorni credo sia importante non raccontarsi bugie, non fingere. Ho sempre attinto da artisti che lo hanno fatto, e questo mi ha ispirato”.
“A Sanremo negli anni sono andati artisti che stimo molto, Lucio Dalla, Rino Gaetano, Vasco Rossi. È una vetrina molto grande”.
“Inseguo le canzoni da quando ero bambino. Sono felice di essere a Sanremo. Il festival non deve essere l’obiettivo della scrittura di un pezzo. Le canzoni non vanno lavorate per immaginarle in un contenitore, vanno scritte perché c’è una necessità di dire qualcosa e c’è un’idea, un disco, un racconto, qualcosa che puoi e vuoi mettere giù”.
“Il look è uno strumento che serve per raccontare di noi stessi. Sono appassionato di glam rock e Peter Gabriel che si trasformava sul palco, è stata una delle mie prime infatuazioni da bambino. Il glam rock era fatto di stracci, riguardava persone che volevano fuggire dal grigiore della propria vita. Non c’era niente di così patinato. Personalmente non ho uno stylist”.
“Per le mie canzoni traggo ispirazione da tutto ciò che ci circonda, un paesaggio, un quadro, un libro, un racconto di qualcuno. Mi piace anche reinventare il passato, mettere dentro i miei ricordi quelli di altri e creare nuove situazioni, magari non vissute, ma immaginate”.
“Ho avuto la fortuna di crescere in provincia, in campagna, dove si impara a fare i conti con la noia, che nella vita torna spesso. Sapersi relazionare con la noia mi ha dato la possibilità di imparare uno strumento. Ero solo, non potevo andare in città perché serviva la macchina. E allora mettevo una canzone e ci suonavo sopra. Ho iniziato così, ma poi sono andato diversi anni a scuola di chitarra e di piano e durante il liceo suonavo con i miei amici in diverse band”.
“Mi piacerebbe fare il giornalista per il motomondiale. La moto è l’unica passione che ho al di fuori della musica. La velocità e la musica vivono dello stesso elemento che è l’aria. E poi c’è il tempo. I piloti non solo tengono il tempo ma ci lottano contro e questa è una cosa che ammiro”.
“Mi sono formato musicalmente ascoltando il glam rock, David Bowie, Marc Bolan, T. Rex, Sparks, il progressive rock, Emerson, Lake & Palmer, i cantautori italiani, Vasco Rossi, Antonello Venditti, Ivan Graziani, Renato Zero”.