“Non so se mi piacerebbe vincere Sanremo, so che mi piacerebbe fare il tour negli stadi più grande che sia mai stato fatto in Italia”.
“Mi presento a questo Sanremo più maturo, come uomo e come artista. La mia musica continua a essere un grido d’aiuto, sempre”.
“Nella vita mi sono sempre arrangiato. Ora sono anche un imprenditore, faccio mille cose diverse, ho anche aperto una società immobiliare”.
“Sanremo è come Champions League per un calciatore di una squadra di calcio. O le Olimpiadi e se ci vai lo fai anche perché non basta partecipare ma vuoi anche per vincerle”.
“Tra di Vasco Rossi e me ci sono dei punti di incontro che vanno oltre la musica. Siamo imprevedibili, fuori controllo, ce ne freghiamo delle aspettative della gente. Vasco è un grande comunicatore”.
“Sono musicalmente anarchico, il mercato esiste per essere sovvertito. Ogni volta che esco con un album rischio, come se tentassi di distruggere la mia carriera. Sono inquieto, è la mia maledizione e la mia benedizione. Non esiste mai una fine, la mia ambizione non conosce traguardo”.
“Non mi interessa piacere a tutti. Anche se mi hanno dato dell’esibizionista, ho sempre voluto stupire me stesso, più che il pubblico, rifacendomi alle rockstar Anni 70”.