“In Discover II ci sono molte canzoni che avrei voluto scrivere io. Alcune non sono molto conosciute. Mi è piaciuta l’idea di ridare loro nuova vita. Tra queste ci sono Acquarello un affresco meraviglioso, dalla musica di Maurizio Fabrizio alle parole del poeta Vinicius de Moraes, per arrivare all’interpretazione dolcissima di Toquinho. Sembra una filastrocca per bambini, ma dentro c’è un messaggio universale, vale a dire la vita di tutti che prima o poi scolorisce e se ne va, Agnese” di Ivan Graziani, una canzone del Settecento di Clementi, rifatta da un gruppo americano negli anni sessanta e ripresa due decenni dopo anche da Phil Collins in “A Groovy Kind of Love”. Amor che muovi il sole ispirata a un brano dei The Killers, Una come te cover di Chinatown dei Bleachers”.
“Ho fatto tanta gavetta. Da Forte dei Marmi, dove vivevo con i miei genitori, prendevo il treno per andare a Milano dove facevo il giro delle case discografiche per proporre le mie canzoni. In Toscana suonavo il sax con dei gruppi. Sono diventato cantante per caso. A 23 anni mi sono sposato e investito i pochi risparmi per andare a vivere in una casa modesta. La casa discografica Polydor mi aveva scritturato per Un po’ di zucchero, ma in quell’album non ero veramente io. Nei locali avevo sempre fatto blues. Nel 1984 ero a un punto morto. È stato un giovane discografico (Sergio Poggi) che mi ha dato ancora una possibilità, ed è nato Zucchero & The Randy Jackson Band. Dopo il singolo Donne sono arrivati i dischi del successo, Rispetto, Blue’s”.
“Paul Young è stato il primo cantante internazionale con cui ho registrato una mia canzone, Senza una donna. Ci siamo ritrovati in Discover II. I see darkness è la canzone che abbiamo cantato insieme. Il testo parla di due amici sempre insieme con le famiglie. Dice: “sai quanto ti ho amato, scusa se sono sparito ma è perché ho visto il buio”. Morta la sua fantastica moglie Stacey, Paul è rimasto solo con tre figli e ha dovuto lottare contro la depressione. Anche questo ci ha uniti, perché pure io per un paio d’anni ho visto il buio. E io, come Paul, se non avessi avuto la musica non avrei mica rivisto la luce. Nell’album ci sono anche le mie versioni di Knockin’ On Heaven’s Door di Bob Dylan, Inner city blues di Marvin Gaye, Agnese di Ivan Graziani, Sailing di Christopher Cross e Moonlight Shadows di Mike Oldfield”.
“Il mio successo in Paesi come l’Inghilterra e gli Stati Uniti è perché canto in italiano, una lingua che piace, è melodica. Inoltre, il mio sound è quello delle loro radici”.
“Nel 1989 ho incontrato Eric Clapton, dopo un mio concerto ad Agrigento, Era stata Lory Del Santo, che all’epoca era la sua compagna, a convincerlo a venirmi a sentire dal vivo. Nel 1990 mi ha proposto di aprire i suoi concerti in giro per l’Europa. E così il mio nome ha iniziato a girare”.
“Da bambino abitavo a Roncocesi, un paese di 700 abitanti in provincia di Reggio Emilia). Amavo ascoltare le canzoni dei Nomadi, dell’Equipe 84. Poi ho scoperto Ray Charles, Otis Reding, Wilson Pickett”.
“Bono ha detto di essere molto orgoglioso per aver scritto quattro canzoni con me. Sting mi ha chiesto di essere il padrino di battesimo di sua figlia Coco. Abito a un’ora dalla sua casa in Toscana”.
“Ho scoperto Andrea Bocelli quando era un cantante di un piano bar in provincia di Pisa. Sognava di fare il tenore. Dovevo presentare il provino di Miserere a Pavarotti e avevo bisogno di una voce. Ho scelto lui. Volevo dare vita a un mix di pop e lirica. In quel periodo ero un po’ depresso, le musiche di Puccini erano le uniche che mi facevano stare bene”.
“Ho dovuto combattere contro l’arroganza, la presunzione, l’egocentrismo di certe persone. E contro la depressione quando mi sono separato. È durata tre anni, non volevo sfasciare la famiglia. Sono sempre stato molto legato alle mie figlie”.
“Ho scelto come nome d’arte Zucchero perché così mi chiamava la mia maestra a scuola. Ero un bambino molto educato. Vengo da una famiglia di contadini, guai se non ti comportavi bene. I miei genitori erano Rina e Giuseppe, detto Pino. Erano mezzadri, sotto padrone, a Roncocesi. Nonno Roberto lo chiamavano Cannella, lavorava in un caseificio, dove i contadini portavano il latte la sera. Quando andò in pensione, papà prese il suo posto. E io lo aiutavo. Prima di andare a scuola dovevo accendere le caldaie. Dalla forma appena uscita mio padre mi dava il tosone, una roba gommosa che sa di formaggio”.
“A 9 anni, a Reggio Emilia, suonavo in una piccola band. Provavamo in canonica la domenica pomeriggio con il permesso del prete. Facevo il chierichetto, e in cambio mi lasciava suonare l’organo”.
“Ho conosciuto Mick Jagger alla festa del suo compleanno, a Castagneto Carducci. Era ospite del conte della Gherardesca. In quella occasione gli ho dedicato “Con le mie lacrime”, l’unico brano che i Rolling Stones hanno inciso in italiano, e Jagger ha cantato con me”.
“Durante la mia carriera ho scritto anche una canzone per lo Zecchino d’oro: La foca Teresa va a fare la spesa, poi torna a casa e gioca con te. Alla Bussola di Viareggio mi esibivo prima di Fred Bongusto. Per lui ho composto la canzone giorno Tutto di te”.
“Sono molto attratto dalle chiese vuote. Mi piace entrare, concentrarmi e pensare”.