(rockol.it)
Pubblicata originariamente nel 1997, cinque anni prima della morte dell’artista, e in prima edizione italiana nel 2012, torna in libreria, a vent’anni dalla scomparsa di Johnny Cash, la sua seconda autobiografia (la prima, “Man in Black: His Own Story in His Own Words”, era uscita nel 1975). È una sequenza di ricordi, di fatti vissuti e persone incontrate, che non indugia, pur non tacendoli, sugli episodi meno edificanti di una vita complicata e spesso disordinata, né sui successi professionali e commerciali. Cash rende merito alla riscoperta della religione e alla seconda moglie, June Carter, per essersi rimesso sulla retta via, e non manca di ringraziare ampiamente entrambe.
(mescalina.it)
Il libro ci restituisce un Cash uomo dalle mille sfaccettature: tenero, geniale, egocentrico, riconoscente, religioso, attento, beffardo. Un diamante grezzo che la sferzante potenza della vita stessa ha lavorato fino a renderlo quello che in realtà ci appare, un uomo che dinanzi al suo pubblico ritorna bambino.
(iyezine.com)
In questo libro, scritto benissimo con una prosa chiara, come erano limpide le sue canzoni, Johnny ci prende per mano e ci accompagna nei meandri della sua vita. Una vita interessante e davvero country, nel senso che lui la campagna e il suo stile di vita li ha davvero vissuti, e non solo cantati. Johnny è stato un americano nel vero senso della parola, quell’americano che raramente si vede nei film, ovvero un uomo attaccato alla terra che gli dà da vivere, con uno spirito fuorilegge e valori all’antica, ma molto più aperto di un redneck qualsiasi. Cash ha vissuto il sogno americano, partendo da un’agricoltura collettivizzata per arrivare a calcare i palchi di mezzo mondo.
Per lui nessun palco era difficile quanto lo era quello della sua vita, costellata da amori difficili e dipendenza dalla droga, specialmente anfetamine. L’addizione alle droghe nasconde spesso un disagio, che nel caso di Cash è la difficoltà a vivere in un mondo come questo, al quale non riesce ad abituarsi e da questo diventa man in black, nero per il lutto dei soldati in Vietnam, e nero per non essere inglobato dalla sgargiante massa. Un uomo tormentato, un musicista immenso, che ha sempre portato nel cuore il suo Tennessee, e forse la separazione dal suo paradiso personale ha provocato tante fratture in quest’uomo. Un uomo come tanti, desideroso di libertà e di suonare per la gente, per il popolo, nostalgico di un’America che è passata in un baleno, soffocata dall’amore per il profitto e per l’egoismo.
(gliamantideilibri.it)
Quello che Johnny Cash ha da raccontare è tanto, e non riguarda soltanto sè stesso, la sua musica e la sua carriera. Nelle righe che raccontano esperienze personali, aneddoti e una marea di nomi tra cui è difficile districarsi, si trovano le linee di un periodo storico e culturale, le motivazioni che hanno fatto nascere, e affermare, un genere musicale, l’umanizzazione degli artisti che ne hanno fatto parte. Personaggi come Roy Orbison e Elvis si trovano tra queste pagine nei ricordi di qualcuno che li ha conosciuti di persona, che ha diviso con loro il palco e la sala di registrazione, ma che, soprattutto, li ha guardati negli occhi dividendo un hamburger.
Cash è la figura attorno a cui girano tutte le storie, le ombre, la musica e non cede mai realmente il passo a nessuno. Cash con sé stesso non è particolarmente indulgente, non si tira indietro quando si tratta di parlare della sua dipendenza da anfetamine, ma è incredibilmente fiero. Chi scrive è un uomo che è soddisfatto della sua vita e delle esperienze che lo hanno condotto lì.
(satisfiction.eu)
Uno dei più grandi interpreti della musica e della canzone americana, entrato nella storia anche per aver venduto oltre novanta milioni di dischi durante la sua carriera, in questo libro racconta la sua vita: dagli anni della gioventù in Arkansas all’affermazione come una delle più luminose superstar. Dalla Nashville capitale del country alla lotta contro la dipendenza da anfetamine, fino all’incontro con la futura moglie June. Tra grandi concerti e trionfi, momenti di solitudine e cadute vertiginose, il racconto autobiografico del Man in Black del country si dipana attraverso tutte le tappe fondamentali della vita di Cash ma, allo stesso tempo, diventa anche una straordinaria narrazione dell’America che così bene aveva saputo trasporre nelle sue canzoni.