“Nel in America abbiamo sentito i Black Keys. Volevamo portare avanti un progetto simile. Poi abbiamo inserito le nostre influenze, il nostro background. È lecito un accostamento anche con i White Stripes”.
“È un buon periodo per la musica italiana. Tanta gente ascolta musica anche grazie ai servizi di streaming e va ai concerti”.
“Il rock e il blues blues sono poesia, non moriranno mai, sono universali. Il rock è un’attitudine, lo stesso carisma di Iggy Pop, per esempio, lo ritroveremo in un artista che fa trap”.
“Per noi la voce è come uno strumento, il significato dei testi viene dopo, abbiamo un approccio più all’americana”.
“Siamo convinti che la forma canzone tradizionale abbia concluso il suo percorso evolutivo e che le canzoni d’autore che ascoltiamo oggi attualizzino delle espressioni del passato, da Battisti a Battiato a Venditti, e altri artisti. Con questo vogliamo dire che si può pensare la musica anche a partire da premesse diverse”.
“Siamo un gruppo che è nato dopo tanti anni di gavetta, cercando di fare sempre musica rock. Nel 2007 abbiamo trovato una formula che ci ha dato l’opportunità di poter girare un i club italiani e farci conoscere. Siamo un duo, chitarra e batteria, cantiamo in italiano, ogni disco che abbiamo fatto è stata una piccola evoluzione. La nostra dimensione si esprime sia nel disco, sia dal vivo”.
“Fin dagli inizi abbiamo capito che la band aveva un potenziale espressivo. Potevamo essere liberi come musicisti di poter intraprendere altre strade, esplorarle, per poi ritornare magari alla “base” con stimoli nuovi. Pensiamo sia positivo potersi confrontare con altre persone, soprattutto più brave, perché aiuta a capire tante cose di te stesso e della musica che vuoi fare. Ti dice un po’ chi sei, chi vorresti essere, se stai andando verso il traguardo più giusto per te. Una cosa bella di una band come la nostra è che non abbiamo scadenze e quindi, quando abbiamo realizzato musica che ci piace e che riteniamo competitiva, la facciamo uscire senza troppi problemi”.
