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La libreria di Radio Tolfa Europa: Il figlio del mago (Sandrone Dazieri)

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(ilfoglio.it)
Siamo in Toscana, nel 1993, il famigerato caso che ha terrorizzato l’Italia riguardante il Mostro di Firenze pare concluso, grazie all’arresto di Pietro Pacciani, detto il Vampa, accusato di essere l’assassino seriale al quale sono stati contestati otto duplici omicidi. É questo il contesto in cui si muove il protagonista della storia, Antonio, un quindicenne figlio di genitori separati, fresco di licenza media. Tutto d’un tratto la sua vita cambia, è costretto a fare i conti con la morte del padre, un giostraio che si dilettava in giochi di prestigio, ritrovato carbonizzato una mattina d’estate nel proprio camper. Lo chiamavano il mago, per via dei trucchi da saltimbanco e degli oroscopi, ma la sua scomparsa non desta grande attenzione in paese, tanto che la polizia chiude le indagini velocemente, derubricando il fatto a semplice incidente, causato da una fuga di gas. Antonio si troverà, indagando, incastrato in un mondo di sette segrete, esoterismo, perversione, complotti e violenza.

Dazieri utilizza il giovane Antonio per far luce su uno dei cold case più chiacchierati di sempre, ricordando a tutti che nel periodo in cui Pacciani si trovava detenuto nel carcere di Firenze furono compiuti una serie di omicidi, rimasti ancora oggi senza colpevole, che provocarono la morte di cinque persone accomunate da una particolare caratteristica: erano connesse in qualche modo con Pacciani. Dazieri instilla il dubbio nella mente del lettore, costruendo una storia da brivido dall’intreccio serrato, capace di mostrare il clima che si respirava all’epoca intorno a questa vicenda nella campagna toscana.

(thrillercafe.it)
Dazieri decide di confrontarsi con una delle vicende che più ha segnato l’immaginario criminologico del nostro Paese. Lo fa a partire dallo sguardo di un adolescente, Antonio, figlio di un giostraio che fa il mago nei tendoni circensi il mago Marcelo e di una madre che non riuscendo a sostenere quella vita è costretta a separarsi quando Antonio ha sei anni, prendendo il figlio con sé per permettergli di andare a scuola. Il padre lo visita soltanto quando il tendone del circo capita dalle sue parti ed in una di queste visite, nell’estate del 1993, che il mago Marcelo muore misteriosamente nell’incendio del suo camper. Antonio teme che sia stato assassinato. Comincia un’indagine personale, accompagnata sullo sfondo dal susseguirsi delle cosiddette “morti collaterali” agli omicidi del Mostro di Firenze, che nella vita reale, proprio in quell’anno accadono numerose.

Si capisce fin dal principio che chi ha scritto questo romanzo conosce benissimo la vicenda reale che l’ha ispirato e le tessere del mosaico si incastrano alla perfezione con gli avvenimenti investigativi e giudiziari. Gran parte del lavoro, a Sandrone Dazieri, glielo fa la cronaca degli avvenimenti reali, delle morti che circondano i veri e propri delitti del Mostro.

(contornidinoir.it)
Sandrone Dazieri è uno dei più grandi scrittori di noir italiano, apprezzato anche all’estero. Si dimostra attento nello scavare all’interno non solo della storia ma della società italiana, e in questo volume ci presenta anche lo stile di vita dei giostrai, dei carovanieri, che senza una dimora fissa riempivano di gioia le piazze dei nostri paesi in estate. L’autore riesce a rendere una storia complessa scorrevole e appassionante ricordando al lettore che alcuni misteri susciteranno sempre fascino nel pubblico, anche dopo molti anni. E così come i dubbi non hanno mai abbandonato il caso del Mostro di Firenze, anche in questo romanzo il lettore si ritroverà con molte domande a cui dare risposta. Dazieri è capace di riportare il pubblico agli inizi degli anni ’90 descrivendo ambienti e situazioni che chiunque ha vissuto in quegli anni.

(milanonera.com)
Sandrone Dazieri ci riporta agli anni 90, in una Italia in cui l’arresto del Vampa doveva aver messo fine alle morti violente che avevano interessato soprattutto la Toscana tra il 1968 e il 1985. Otto duplici omicidi riguardarono coppie di amanti sorprese nell’intimità in luoghi isolati, uccise a colpi di pistola, con il corpo della donna successivamente mutilato. Gli inquirenti avanzarono varie ipotesi tra cui quella del rito satanico, o di omicidi su commissione di natura esoterica. Al termine dell’inchiesta della Procura di Firenze ci fu la condanna di Pietro Pacciani e dei suoi “compagni di merende”. Dazieri racconta quell’Italia ancora legata alle cabine telefoniche e ai motorini Piaggio, e lo fa attraverso gli occhi di un ragazzo: Antonio, il figlio del Mago. Antonio vive con la mamma e di rado vede il padre, artista circense, mago, cartomante e venditore di futuro, che gira la penisola esibendosi nelle piazze dei paesi. La morte improvvisa del padre spinge Antonio a iniziare un’indagine personale. Dazieri racconta la crescita di Antonio, improvvisa e a tratti dolorosa, legata alla scoperta dell’identità del padre, della vita misteriosa che aveva condotto fino alla sua morte. Antonio esce dal suo guscio e scopre il mondo che lo circonda, esce dalle mura della città e della sua adolescenza, scopre l’amore e la morte, tocca con mano la falsità e la cattiveria degli adulti e l’inutilità di una certa giustizia.  Attraverso la morte del Mago Antonio vede un paese diverso, pieno di misteri, fatto di gente che sa e che non ha visto, in cui la paura di parlare è ancora forte e le istituzioni sono poco affidabili.

 

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