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La musica da leggere: Jim Morrison, ultimi giorni a Parigi (Hervé Muller) – terza parte

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(imusicfun.it)
Il 3 luglio 1971, Pamela Courson (la ragazza di Jim Morrison) lo trovò morto nella vasca da bagno del loro appartamento parigino. Aveva 27 anni. Nel documento ufficiale Morrison è dichiarato morto per insufficienza cardiaca. Fino ad oggi sul corpo dell’artista non è stata eseguita l’autopsia. Frank Lisciandro (amico dell’artista) ha  rivelato come Jim Morrison fosse soggetto ad attacchi d’asma, e che per curarli utilizzava il Marax, un farmaco che in combinazione con l’alcool può diventare letale. Ancora oggi in molti sospettano che questa possa essere una delle cause della morte di Jim Morrison. Secondo alcuni complottisti si tratta di una messa in scena per sfuggire alla CIA, incaricata di eliminare tutti i personaggi controversi del mondo dello spettacolo e simboli della cosiddetta controcultura.

Jim Morrison amava esagerare con droghe e alcool, e aveva una passione per le donne e il sesso. Spesso si intratteneva con fan e colleghe. Si narra di una tresca con Janis Joplin. Al momento della sua morte arrivarono tantissime cause di donne che lo accusavano di essere il padre dei loro figli. Tutto ciò rendeva difficile il rapporto con Pamela Courson, che resterà accanto al cantante fino agli ultimi giorni della sua vita.

La tomba di Jim Morrison al Père-Lachaise di Parigi è considerata il quarto luogo più importante della città, preceduta solo dalla Tour Eiffel, dalla cattedrale di Notre Dame e dal Louvre. Il cimitero è famoso per i personaggi famosi che vi sono sepolti: Balzac, Oscar Wilde, Delacroix, Modigliani, Chopin, Gioacchino Rossini, Camille Pissarro, Vincenzo Bellini, Michel Petrucciani, Maria Callas, Edith Piaf.

(zerounotvmusic.it)
Jim Morrison sarebbe dovuto andare a Parigi per trovare ispirazione, ma trovò la morte. L’artista si spense in un appartamento al numero 17 di Rue Beautreillis: il corpo dell’artista rimase lì per tre giorni. Avvolto nella plastica e in ghiaccio secco, fu tenuto nella vasca da bagno dove la sua ragazza (Pamela Courson) lo aveva trovato senza vita e immerso nell’acqua ancora calda, intorno alle 6 del mattino, sabato 3 luglio 1971. Vi rimase, fino a quando i becchini consegnarono la bara che aveva ordinato (il modello più economico disponibile, del valore di circa 30 sterline). Durante quelle 72 ore, un medico arrivò sul posto e rilasciò il certificato di morte. La causa ufficiale del decesso fu insufficienza cardiaca.

Quando Morrison arrivò a Parigi nel marzo 1971, era quasi irriconoscibile. L’eccessivo consumo di birra aveva gonfiato la sua figura e il suo viso. Era esausto, stressato.

Sempre nel 1971, Jim Morrison fu perseguito dalla giustizia americana per aver presumibilmente mostrato le sue parti intime durante un concerto che la star tenne a Miami. L’avvocato di Morrison gli consigliò di fare le valigie e partire per la Francia, prima di rischiare di perdere il passaporto. Jim voleva camminare sulle strade di Baudelaire e Rimbaud e scrivere poesie.

Il 15 febbraio 1971 arrivò a Parigi, Pamela Courson, la fidanzata di Jim. Si stabilì nell’hotel George V. Qui incontra il conte Jean de Breteuil, “l’aristocratico drogato“. Si diceva che Jean de Breteuil avesse legami con un gruppo di chimici di Marsiglia che gli offrivano un’eccellente qualità di eroina. Il conte decadente, che conosceva le più grandi rockstar del pianeta (Brian Jones, Jimi Hendrix e Janis Joplin), fece entrare Morrison nella sua tela. A quel tempo, Breteuil viveva con la cantante Marianne Faithfull che aveva appena lasciato Mick Jagger.

Quando Jim arrivò in hotel, Pamela non era nella stanza d’albergo. Lui va ad aspettarla al bar Alexandre. È solo in città e non sa una parola di francese. Pamela inizia ad uscire con il conte e il suo amico a Saint Germain des Près. L’artista si gode la vita parigina come faceva Hemingway: gironzolando sulle terrazze, alla biblioteca Shakespeare and Company o girovagando tra i diversi librai.

L’11 maggio 1971, Jim e Pam affittarono un appartamento al terzo piano in rue Beautreillis, da una modella di nome Elisabeth Larivière, amica intima del conte Jean de Breteuil. Fino al 10 aprile, i tre vivono insieme nell’appartamento. Poi la modella andò a Saint Tropez, lasciando la coppia sola. Jim era felice di vivere lì perché era vicino al luogo dove Charles Baudelaire visse tra il 1858 e il 1859. Passava la giornata a girovagare per la città, e sedersi sulle panchine vicino a Place des Vosges, nel Marais.

Il Restaurant Le Beautreillis era il preferito di Jim, situato sulla 18a Rue de Beautreillis. Si trovava di fronte all’appartamento di Jim e Pamela.

La morte: tutti sembrano essere d’accordo su quello che fece durante il suo ultimo pomeriggio. Jim era con il suo amico Alain Ronay, in giro per le strade di Le Marais. I due sono andati a bere una birra al Café des Phares, a Bastille. Quando è tornato a casa, Jim portò la sua ragazza al cinema, per andare a vedere Notte senza fine, film di Raoul Walsh con l’attore Robert Mitchum. La versione ufficiale afferma che, durante la notte, Pamela venne svegliata dal respiro rumoroso di Jim. Pare che volesse chiamare un dottore, ma Jim rifiutò. Fa un bagno per cercare di calmarsi, ma inizia a vomitare sangue. Quindi chiese a Pam di non preoccuparsi e di tornare a letto. Erano le 5 del mattino quando Pamela si svegliò e scoprì il cadavere di Morrison nella vasca da bagno. Le spoglie di Morrison giacciono nella Division 6 di Rue du Repos, al cimitero di Perè-Lachaise.

(babelezon.com)
Jim Morrison. Ultimi giorni a Parigi: in questo libro Hervé Muller (1949-2021; giornalista parigino amico di Jim) racconta gli ultimi mesi di vita di Morrison, distinguendo tra il mito e la realtà di un’esistenza tanto breve quanto intensa. Racconta anche la sua indagine sulle circostanze della morte del cantante, ricostruendo gran parte delle ultime ventiquattr’ore della sua vita, facendo luce su tanti punti mai chiariti.

(arte-news.it)
Il volume, pubblicato per la prima volta in Italia, venne scritto poche settimane dopo la tragica scomparsa dell’artista, avvenuta il 3 luglio del 1971 nella Capitale francese. “Jim Morrison, ultimi giorni a Parigi” è un’indagine condotta da Hervé Muller, autore dell’opera, critico musicale e amico del poeta-musicista, che ne ripercorre i momenti salienti del soggiorno parigino, andando a riscrivere anche il decesso avvenuto per overdose ma non nella vasca da bagno, come riportato da tutti i media e dagli inquirenti, bensì nei bagni della discoteca Rock’n’Roll Circus di Parigi.

(style.corriere.it)
Hervè Muller, nel libro “Jim Morrison. Ultimi giorni a Parigi” arriva alla sua conclusione sulla morte dell’artista ripensando ai momenti passati insieme nelle settimane che la precedettero: bevute, jam session, discussioni su cinema e letteratura. Contattando gli altri amici e testimoni degli ultimi giorni, momenti del Re Lucertola. Il libro passa al setaccio: i verbali della polizia, i referti, le testimonianze di Pamela Courson “compagna cosmica” morta di overdose nel 1974, le dichiarazioni degli amici Agnès Varda e Alain Ronay, del conduttore radio Jean-Bernard Hebey, del DJ Cameron Watson, le confidenze di Marianne Faithfull a Parigi in quel periodo, le rivelazioni degli spacciatori, le indiscrezioni dei compagni dei Doors (Manzarek, Densmore,  Krieger, le versioni dell’amico Frank Lisciandro e del manager Bill Siddons.

(radiopopolare.it)
“Jim Morrison – Ultimi Giorni a Parigi” di Hervé Muller: libro potente, visionario, che analizza la vita di Jim, la condisce con curiosità, ne sviscera influenze letterarie e contesti culturali, soffermandosi su un’esistenza consumata a cento allora e su alcuni aspetti solitamente tralasciati. Ci porta nella Parigi del 1971, aprendo lo scatolone dei ricordi personali della sua frequentazione con il Re Lucertola, fino all’oscura indagine successiva alla sua misteriosa morte. Strana figura Hervé Muller, scomparso nel 2021 dopo una vita incasinata, fra problemi di salute, centri per i disturbi mentali e tanta musica.

(universorockandmetal.com)
“Jim Morrison – Ultimi giorni a Parigi” è un documento unico poiché Muller (1949-2021; giornalista amico di Morrison, a cui è stato vicino negli ultimi mesi della sua esistenza, e ne ha tradotto le poesie per il mercato francese) narra con dovizia di particolari gli ultimi momenti della vita del Re Lucertola. Muller (giornalista, critico musicale, editorialista di noti magazine come Best e Rock & Folk) intende fare luce su questa oscura e ambigua vicenda. La sua ricerca approfondisce non solo i verbali delle forze dell’ordine, ma anche i referti e le testimonianze di Pamela Courson fidanzata di Jim (secondo Ray Manzarek, tastierista dei Doors, Pamela Courson è sempre stata la sua anima gemella: “Non esisteva nessuno al mondo che riuscisse a complementare in modo così perfetto la sua stranezza”). E ancora, le dichiarazioni degli amici Agnès Varda (regista belga, anticipatrice della Nouvelle Vague) e Alain Ronay (fotografo, amico fraterno di Jim dai tempi della UCLA), del conduttore radio Jean-Bernard Hebey e del dj Cameron Watson. Le confidenze della cantante Marianne Faithfull, ex-fidanzata di Mick Jagger, che in quel periodo si trovava nella capitale francese. Oltre a Manzarek, l’autore ha “coinvolto” gli altri due membri della band: il batterista John Densmore e il chitarrista Robby Krieger. Ma anche l’amico Frank Lisciandro e il manager Bill Siddons, che considerava il Re Lucertola “la persona più calorosa e comprensiva che abbia mai conosciuto”. Muller conclude che Morrison sia morto per overdose nei bagni della discoteca Rock’n’Roll Circus. Per poi essere trasportato nella sua abitazione e posizionato nella vasca da bagno.

 

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