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La musica da leggere: Gianni Sassi. La Cramps & altri racconti (Giordano Casiraghi); Enzo Jannacci. Ecco tutto qui (Paolo Jannacci, Enzo Gentile)

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Gianni Sassi. La Cramps & altri racconti (Giordano Casiraghi)
Il nome di Gianni Sassi (Varese, 8 settembre 1938 – Milano, 14 marzo 1993) è strettamente legato alla storia della musica d’avanguardia in Italia, dagli anni ’60 agli ’80. Sassi, durante la sua carriera, ha contribuito dare vita alle prime case discografiche indipendenti (Bla Bla, Cramps), e ha prodotto i dischi di diversi artisti: I Giganti, Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Claudio Rocchi, Arti e Mestieri, Venegoni & Co, Area, Skiantos e molti altri. Giordano Casiraghi, in questo libro, ha fatto luce sulle sue opere, ha raccolto documenti e testimonianze di coloro che hanno collaborato con il produttore.

(tarantobuonasera.it)
Giordano Casiraghi: “Gianni Sassi ha sempre attirato la mia curiosità di giornalista e appassionato di musica alternativa. Per realizzare questo libro ho consultato un mio archivio fatto di comunicati stampa, libri, dischi, riviste. Ho tracciato un inizio dell’attività di Gianni Sassi, collegandola alle persone che hanno dato vita all’agenzia Al.Sa. che ha dato i primi risultati nel campo della pubblicità. Ho intervistato Sergio Albergoni suo primo socio d’affari, ho rintracciato sua moglie Sandra Gasparinetti, Paola Pitagora che con Sassi e Albergoni ha avuto una breve ma intensa collaborazione per la pubblicità di Polistil”.

“Gianni Sassi realizzò la copertina del disco «Terra in bocca» dei Giganti, gruppo conosciuto negli anni ’60 per essere stato anche al festival di Sanremo e aver realizzato canzoni di successo come “Tema” e “Proposta”. Successivamente Gianni Sassi e Sergio Albergoni vengono chiamati a occuparsi delle pubblicazioni discografiche della etichetta Bla Bla di Pino Massara: Osage Tribe, Franco Battiato”.

Gianni Sassi è stato l’inventore di “Milano Poesia”, protagonista delle iniziative editoriali “Alfabeta” e “La gola”. “Il libro è diviso in capitoli. Quelli su “La gola”, “Alfabeta”, “Milano Poesia”, la Cramps. Ho raccolto interventi degli Area, Finardi, Gigi Venegoni, Furio Chirico degli Arti & Mestieri. Ho dedicato molto spazio alle collane di musica contemporanea, la Diverso e Nova Musicha”.

Enzo Jannacci. Ecco tutto qui (Paolo Jannacci, Enzo Gentile)

(tuttorock.com)
Tra le pagine, il focus viene spesso posto sulle qualità di umanista e di profondo conoscitore dell’animo delle persone possedute da Jannacci, su quelle di impegnato e premuroso difensore dei deboli, peraltro testimoniate da molte delle sue canzoni, sulla valenza anche in qualche modo “terapeutica” di molti dei suoi brani. I temi sociali sono al centro di molte delle canzoni jannacciane di maggior successo (“El Purtava I Scarp De Tennis”, “Vengo Anch’io. No, Tu No”, “Se Me Lo Dicevi Prima”, “Ci Vuole Orecchio”, “Quelli Che”, “Ho Visto Un Ré”, “Rien Ne Va Plus”, “Parlare con i limoni”, “La fotografia”, “Vincenzina”). Nel libro la vicenda umana e quella artistica di Jannacci si intrecciano indissolubilmente costituendo l’oggetto di capitoli che di volta in volta raccontano degli esordi in musica del nostro, i suoi incontri con il jazz e il rock’n’roll e con gli amici di sempre (Gaber, Tomelleri, Dario Fo, Nanni Ricordi), il matrimonio, la laurea in medicina, il Festival di Sanremo, i premi per “La fotografia”, l’impegno civile, il cinema, gli anni della maturità. Viene rievocato il rapporto simbiotico che Jannacci sviluppa nelle ultime fasi della sua carriera artistica con suo figlio Paolo, musicista, compositore, arrangiatore e cantautore nonché pianista ed eclettico polistrumentista.  “Enzo Jannacci – Ecco tutto qui” è arricchito da un prezioso apparato di fotografie mai pubblicate prima e dal ricordo di artisti e di persone dello spettacolo che a Jannacci vollero bene: Renzo Arbore, Sergio Castellitto, Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Gino Paoli, Gianni Rivera, Paolo Rossi, Vasco Rossi e altri.

(segnalisonori.it)
Diviso per decenni, dai primi coraggiosi esperimenti degli anni Cinquanta, fino al passo d’addio del 2013, il testo ritrae Jannacci come testimone del suo tempo, capace di dividersi tra musica e medicina, tra concerti, dischi e produzioni, tra teatro e televisione, pubblicità, regie e arti marziali, cinema e cabaret, sempre seguendo una traiettoria di umorismo, nonsense e amare riflessioni sui più sfortunati, sui derelitti, sui dimenticati dalla società. Una parabola raccontata da amici e colleghi come Renzo Arbore, Massimo Boldi, Sergio Castellitto, Romano Frassa, Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Gino Paoli, Gianni Rivera, Paolo Rossi, Vasco Rossi.

(corriereromagna.it)
Un caleidoscopio dal quale emerge la bellezza delle canzoni, delle “poesie”, legate a un momento di vita. Brani come El Portava I Scarp Del Tennis, Faceva Il Palo, Vincenzina E La Fabbrica, Vengo Anch’Io. No, Tu No, Ci Vuole Orecchio, Silvano, Ho Visto Un Re, Quelli Che, Sogno Come Mafia, L’Armando.

(sorrisi.com)
Questo libro regala curiosità che solo chi ha vissuto molto vicino a Jannacci poteva conoscere e rivelare. Dice il figlio Paolo, musicista: “Aveva l’animo di un ragazzino e un’energia irrefrenabile che spendeva in tutto”. Era “diviso a metà”: medico e musicista. E nelle sue canzoni poteva emergere l’aspetto clinico (la canzone “Natalia” dedicata a una bambina cardiopatica). Ha suonato con grandi nomi: il rock ’n’ roll con Tony Dallara, Luigi Tenco, Ricky Gianco, Celentano, Gaber (con cui formò “I due corsari” negli Anni 60 e gli “Ja-Ga Brothers” negli 80), Bruno Lauzi, Paolo Conte, Mina, Milva. E jazzisti come Enrico Intra, Franco Cerri, Tullio De Piscopo, Paolo Tomelleri. Ha frequentato anche il mondo del teatro (Dario Fo, Cochi e Renato), e quello della tv (Beppe Viola, Fabio Fazio). Debutta al Festival nel 1989 con “Se me lo dicevi prima”. Torna all’Ariston due anni dopo con “La fotografia” e vince il Premio della critica. Un giovanissimo Enzo compare in una scena del film (con Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli) tratto proprio dal libro “La vita agra” di Bianciardi. Altri ruoli al cinema: “L’udienza” di Marco Ferreri e “La bellezza del somaro” di Sergio Castellitto.

Fra le decine di collaborazioni, la più singolare è quella con il cronista sportivo Sandro Ciotti, con cui scrisse, insieme a Dario Fo, il brano “Veronica”. Nel 1977 allestisce con Beppe Viola lo spettacolo “La tappezzeria”, un insieme di sketch in cui appaiono alcuni debuttanti che faranno fortuna: Giorgio Faletti, Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Francesco Salvi, Mauro Di Francesco.

Le sue passioni Il karate, nel quale era fortissimo. Amava inoltre il calcio, giocato e tifato (era milanista). E la moto. Una delle sue “Vespe” è immortalata sulla copertina del disco “E allora… concerto”. La sua prima passione: il jazz Ad alimentare la sua curiosità giovanile è Gigi Concato, padre di Fabio, che negli Anni 50 gli mostra la sua collezione di dischi rarissimi.

Paolo Conte ha dichiarato: “Ho avuto la fortuna di trovare Jannacci, per me il più grande cantautore che ha espresso l’Italia”. “Enzo Jannacci era un genio” secondo Vasco Rossi, e per Renzo Arbore “è il numero uno di tutti i tempi”. Jannacci amava Elvis Presley e ha detto che avrebbe voluto scrivere lui “Vita spericolata” di Vasco Rossi e “Il nostro concerto” di Umberto Bindi.

 

 

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