Marta Salogni ha lavorato con diversi artisti: Subsonica, Verdena, Afterhours, Massimo Volume, Björk, Bon Iver, David Byrne, FKA Twigs, Black Midi, Animal Collective, Sampha, Soulsavers, Depeche Mode (album “Memento Mori”), The xx, M.I.A., Tracey Thorn, Frank Ocean, Bloc Party, Goldfrapp, Factory Floor, White Lies, Phil Selvay (Radiohead), Liars.
“Ai tempi del liceo classico, frequentavo il Magazzino 47, Centro Sociale considerato l’epicentro del movimento underground di Brescia. Un giorno, nel tendone dove si tenevano i concerti, ho visto per la prima volta il grande mixer e ne sono rimasta subito affascinata. E così ho deciso di diventare sognare una professionista in questo campo. Nel 2010, dopo aver preso il diploma, mi sono trasferita a Londra e mi sono iscritta a un corso di nove mesi per imparare a usare ProTools, conoscere i microfoni, i mixer da studio e molto altro”.
“Tra Björk e me c’è stato subito un grande feeling. Capitava di andare a cena o a nuotare insieme. Mi spiegava cosa aveva in mente come sonorità suoni e atmosfere per le sue canzoni. Mi confidava anche le sue esperienze di vita. Nella sua musica c’è molta poesia”.
“Tra i miei dischi preferiti, ci sono “Double Negative” dei Low, “La voce del padrone” di Franco Battiato, “Se telefonando” dove la musica di Ennio Morricone, l’arrangiamento, la produzione e il testo di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara sono fantastici”.
“Leslie Ann Jones è stata la mia maestra, da lei ho appreso molte cose sul mio lavoro. Ha vinto diversi Grammy Awards, ha lavorato con Herbie Hancock e Miles Davis, ai Capitol Studios, e ha curato le registrazioni musicali e le colonne sonore presso lo studio Skywalker Sound della Lucasfilm. Ho imparato molto anche da Delia Derbyshire, compositrice e ingegnere del suono della BBC, e da Daphne Ora, sempre della BBC”.
“Sono cresciuta con la musica dei Depeche Mode, “Violator”, “Music for the Masses”, “Songs of Faith and Devotion”. Sono parte del tessuto della mia vita. Non sono molti i gruppi come loro che accomunano diverse generazioni”.
“Quando ho preso parte alle registrazioni dell’ultimo album dei Depeche Mode, ho percepito un’atmosfera amichevole. Da parte di tutti c’era il desiderio di realizzare qualcosa di speciale. Il tema del disco è “ricorda che devi morire”, ma in un certo senso è anche la vita. Le canzoni dell’album non sono mai cupe. Dai testi traspare melanconia e gioia allo stesso tempo”.
“Ho un mio studio di registrazione a London Fields, lo studio Studio Zona. L’ho assemblato e progettato dopo anni di spostamenti vari. Sempre più artisti mi chiedevano mixaggi e produzioni”.
“Londra è la prima città che mi ha dato tanto a livello professionale. Oggi, con le nuove tecnologie, è più facile decentralizzare il lavoro”.