(lefrasipiubelledeilibri.it)
Texas, anni ’40. Janis è una bambina tranquilla, sensibile, sempre sorridente. Ma l’adolescenza esplode come un tornado: i compagni la bullizzano, la famiglia non ne capisce le ambizioni, il mondo intero nega il suo stile di vita. La bambina tranquilla si convince di essere orrenda, di non meritare amore. C’è una sola salvezza: la musica. Diventerà la sua ossessione, per sempre.
Baraldi tinge di nero la storia di Janis Joplin per metterne in luce i profondi contrasti: fra il desiderio di normalità e la vita da rockstar, fra la fama e la solitudine fuori dal palco, fra il bisogno di essere amata e l’incapacità di mantenere una relazione.
(barbarabaraldi.it)
Barbara Baraldi: “Sono scesa nel buio insieme a un nuovo personaggio. È stato un viaggio emozionante, oscuro, fatto di strade tortuose, salite e discese a picco, ma soprattutto di bivi in cui ho rischiato di perdermi. La protagonista del mio nuovo romanzo è una persona vera, con le sue luci e ombre, con una voce potentissima e una personalità tormentata”.
Janis Joplin divampa come un fuoco nei suoi perenni contrasti: il sogno di un’esistenza normale e la seduzione feroce del successo, la sete d’amore e la solitudine fuori dal palco, la disperazione cosmica e il tentativo di placarla nell’abbraccio dolce e spietato dell’eroina. E poi il sesso e le risse con Jim Morrison, l’alba al Chelsea Hotel insieme a Leonard Cohen, la fratellanza con Jimi Hendrix, l’attrazione devastante per Peggy Caserta. La musica, su tutto: estrema rivalsa, via di salvezza, dea consolatrice a cui immolare l’anima. Fino alla fine, e per l’eternità.
(rockol.it)
Janis Joplin ci ha lasciato il 4 ottobre 1970. “Era una donna forte che stava troppo vicino al fuoco”, ha ricordato anni fa la sorella Laura. Aveva vissuto nel blues, infatuata di Bessie Smith . Ma era anche (anni Sessanta) figlia del suo tempo, artefice di uno stile interpretativo moderno che l’ha resa una caposcuola tutto. Prototipo di emancipazione femminile nel mondo maschilista del rock. Icona hippy a San Francisco, cigno di Haight Ashbury, musa (insiene Grace Slick dei Jefferson Airplane) del rock psichedelico ai tempi dei Big Brother and the Holding Company e di “Cheap thrills”. L’iconografia e l’aneddotica che la circondano (la bottiglia di Southern Comfort sempre a portata di mano, l’appetito vorace per sesso e droghe, il bisogno disperato d’amore, l’insicurezza cronica, la bulimia di vita disordinata) sono note.
Non era visionaria e avventurosa come Jimi Hendrix, una poetessa maledetta come Jim Morrison. Era molto più sanguigna e ancorata di loro alla terra e alle radici, una cantante blues di straordinaria purezza e viscerale autenticità. Se n’è andata ai 27 anni per un’overdose di eroina in un hotel di Los Angeles. Con “Pearl”, uscito postumo, aveva dimostrato di avere trovato la piena maturità artistica.
Parole & Musica: Janis Joplin
“Molti artisti hanno un modo di fare arte e uno di vivere. Per me ce n’è uno solo”.
“Forse il mio pubblico gode più la mia musica se pensa che io mi sia distruggendo”.
“Volevo provare la droga, fumarmela, ingoiarmela, leccarmela, succhiarmela, volevo provare qualsiasi cosa mi capitasse per le mani”.
“Non ho mai saltato un concerto per colpa della droga”.