Aprile 1939. Ricciardi è ancora sconvolto per la perdita della moglie Enrica, cinque anni prima. La sofferenza è attenuata dalla presenza della figlia, Marta, affidata alle cure della contessa Bianca di Roccaspina, e dell’istitutrice Nelide. Il momento storico: il duce e l’alleato tedesco progettano guerre ed invasioni, le camicie nere spadroneggiano, ebrei e omosessuali sono perseguitati e reclusi nel carcere delle isole Pontine. La vita a Napoli prosegue tra speranze e mugugni. Un giorno, in un boschetto vengo ritrovati i cadaveri di due giovani. Ricciardi indaga e scopre che il giovane ucciso è il secondo ufficiale di una nave da trasporto e porta messaggi alle famiglie di oppositori del regime reclusi alle Pontine.
Con il racconto principale si intreccia un’altra storia che coinvolge un collaboratore di Ricciardi, il brigadiere Maione e la figlia adottiva. Il commissario scopre che uno zio americano della ragazza, ricco, deciso a portarsela via, è un truffatore ricercato dalla polizia, speranzoso di mettere le mani sull’eredità della nipote.
Maurizio De Giovanni scava nell’animo dei personaggi, fa emergere i loro sentimenti, rimpianti, paure.