(sololibri.net)
Di origini emiliane, classe 1953, Maurizio Solieri non è solo uno tra i musicisti che più a lungo hanno collaborato con Vasco Rossi, ma anche un autentico maestro della chitarra elettrica, fondatore della Steve Rogers Band (prima band di Rossi, tra gli anni ottanta e novanta), compositore di successi come Canzone, Ridere di te, C’è chi dice no, Dormi dormi, Lo show, Stasera, Rock’n’roll show, Se è vero o no; collaboratore del rocker di Zocca nella realizzazione di altre canzoni memorabili (Vita spericolata, Dimentichiamoci questa città, Sono ancora in coma).
Maurizio Solieri: “Ho incontrato per la prima volta Vasco alle otto di un brumoso mattino di marzo del 1977, alla stazione dei treni di Modena. Vasco aveva i capelli biondissimi tagliati corti, in stile marine. Come esigeva la moda dell’epoca indossava un paio di jeans scampanati, stivaletti di pelle e una felpa con la scritta Martini Dry. Ciò che allora attirò maggiormente la mia attenzione fu la custodia della sua Ovation”.
Vasco Rossi: “La prima volta che ho sentito suonare Solieri eravamo nella sala riunioni di Punto Radio. Sono rimasto allibito. Allora facevamo la radio. Era il 1977, o giù di lì. Quando cominciai la mia avventura musicale e organizzai il primo gruppo fu lui che con la sua straordinaria bravura, la sua tecnica e i suoi volumi altissimi, mi aiutò subito a chiarire al mondo che era nato il nuovo rock italiano”.
Solieri racconta dell’interruzione della propria carriera universitaria, delle sue preferenze musicali giovanili (rock’n’roll americano, Johnny Cash, Celentano, Mina, Gino Paoli), del lavoro a Punto Radio, dell’uscita del primo album di Vasco Rossi nel maggio del 1978.
Il rapporto privilegiato con Massimo Riva e con Guido Elmi occupano un posto di primo piano nella narrazione, non viene tralasciato il racconto di alcuni dei vantaggi portati dalla notorietà (“avevamo le nostre fedelissime groupie, alcune delle quali erano davvero belle”), di come Vasco stesse iniziando a esagerare con la sua vita spericolata, degli impegni paralleli con la Steve Rogers Band e quelli individuali da solista.
Molti gli aneddoti che si riferiscono a una carriera musicale straordinaria, toccante la rievocazione della scomparsa del chitarrista Massimo Riva (“Io di Massimo ricordo soprattutto i lati positivi, l’allegria, la grande energia, il saper essere amico un po’ di tutti”) e di Guido Elmi, storico collaboratore di Vasco dal 1980 (“L’ho sempre stimato, considerandolo comunque uno dei nostri. E lui nei miei confronti, almeno pubblicamente, ha sempre speso belle parole”). L’autobiografia di Solieri ricalca eventi di una stagione artistica fuori dal comune, tra grandi tour, affollatissimi concerti e decenni di irripetibili successi discografici.
(universorockandmetal.com)
Il volume sintetizza l’esistenza/l’essenza stessa di Solieri, tra i migliori chitarristi del panorama nazionale. Cresciuto con Jimi Hendrix, Jimmy Page, Eric Clapton, Jeff Beck, Eddie Van Halen, Mark Knopfler, Brian May, John Mayer, si descrive così: “Sono sempre uguale, magari più paziente, ma costantemente alla ricerca di situazioni professionali”. Tra le sue numerose, importanti collaborazioni annovera anche quella con la superband La Notte delle Chitarre, insieme ai colleghi Ricky Portera, Luca Colombo, Andrea Cervetto, Alberto Radius, Giuseppe Scarpato, Mario Schilirò, Davide Luca Civaschi (nome d’arte Cesareo). “Non esistono i canoni per diventare degli artisti chitarristi. Nel nostro Paese non viene richiesto. Basti pensare che nella pop music imperante non si sente un solo di chitarra. Se un giovane ha voglia di provarci è meglio che vada all’estero”.