(rocknread.it)
Questa non-biografia di Brassens è il frutto dell’intenso ed emozionante percorso compiuto tra le parole e la musica di un artista unico. Emergono qui i temi preferiti dello chansonnier e il suo modo di parteggiare per gli emarginati, prendendo in giro il perbenismo borghese. Un uomo riservato e timido, un artista generoso che gronda sudore a ogni esibizione, anti-divo per eccellenza, che a metà degli anni Cinquanta, in Francia, diventa l’idolo di un pubblico vastissimo e uno dei più grandi poeti del Novecento. L’universo musicale di Brassens è la musica popolare francese (il valzer musette, la giava), la musica di Charles Trenet e il jazz di Duke Ellington e Django Reinhardt.
(sololibri.net)
Fabrizio De André: “Brassens per me è stato un mito, come artista e come uomo. Per me equivaleva a leggere Socrate: insegnava come comportarsi o, al minimo, come non comportarsi”.
George Brassens: “Il mio è un impegno totale! Dall’inizio nelle mie canzoni mantengo lo stesso comportamento nei confronti della vita, del denaro, del successo, dalle persone illustri ai più umili. In effetti sono tra quelli maggiormente impegnati nel campo della canzone. Però, se si intende per impegno l’adesione ad un partito politico, io non riconosco a nessun partito il diritto di avere la mia adesione. Il mio individualismo d’anarchico è una lotta per conservare il mio pensiero libero”.
In AbBRASSENS si evidenzia la straordinarietà, lo spessore di un padre della patria cantautorale. A lui ha attinto l’Italia che non cantava a vuoto. Le traduzioni in milanese di Nanni Svampa, e in piemontese di Gipo Farassino, le restituzioni sardonico-poetiche di Fabrizio De Andrè (Morire per delle idee, Il Gorilla, Le Passanti, Marcia nuziale, La morte, Nell’acqua della chiara fontana, Delitto di paese) sono gioielli germinati da gioielli.
Patrucco: “Questo manufatto cartaceo non è un omaggio né tanto meno un tributo a George Brassens, un atto d’amore e di giustizia sì, per un artista che, senza alcun dubbio, è stato e continua a essere un fenomeno culturale e musicale degno di nota per il suo modo di scrivere musica e parole (La Canzone), di essere anarchico (Questo non è un anarchico), agnostico (Se Lui esiste), di pensare all’amore (Cherchez la femme), come la morte (Morire con delle idee)”.
AbBRASSENS non è una biografia: si concentra sul tocco stilistico e sulle tematiche del cantautore. Racconta di un gigante della canzone di contenuto, e motiva le ragioni del suo giganteggiare.
(lisolachenoncera.it)
Tra le varie suggestioni interessanti raccontate in AbBRASSENS, c’è anche il parallelo tra Brassens e il celebre dipinto “con la pipa” del pittore surrealista René Magritte che è accompagnato dalla didascalia: “Ceci n’est pas une pipe” (Questa non è una pipa). Queste parole volevano puntare l’attenzione più che sulla riproduzione reale dell’oggetto dipinto, su ciò che rappresentava. Questo libro è un cammino a tappe, ricco e abbondante. 300 le pagine intervallano aneddoti, storie, persone e personaggi, genesi di canzoni, spiegazioni e ritratti.