(irlandaonline.com)
Una pinta con Shane MacGowan è una lunghissima chiacchierata con lui. L’infanzia trascorsa in una fattoria irlandese lontano dai genitori, il suo primo incontro con la Guinness la birra scura più famosa al mondo alla tenera età di cinque anni, il trasferimento a Londra e la nascita della prima scena punk, gli anni nei Pogues e tante altre avventure. Un libro atipico come lo è stato Shane: folle e anarcoide, esilarante e commovente, affascinante ma soprattutto sincero.
(satisfiction.eu)
Un libro avvincente e intimo, sboccato e delicatissimo, dove all’arrembante resoconto di un’esistenza vissuta ben oltre ogni limite e fin dalla più tenera età, si intreccia una panoramica a 360 gradi sul MacGowan artista e poeta, sull’uomo e sull’animale da palco. Al commosso ricordo dell’infanzia selvaggia, si legano gli echi delle inquiete, scapestrate adolescenza e gioventù londinesi, quando fu personaggio di assoluto spicco e figura-copertina del più sovversivo e iconoclasta tra i movimenti cosiddetti “giovanili”, il Punk, che lo vide imperversare come scheggia impazzita nel biennio 1976-77. Non poteva mancare una lunga, analitica digressione sull’epopea dei Pogues, il gruppo di cui fu e continua ad essere frontman e simbolo.
(rollingstone.it)
Il volume (è firmato da MacGowan con la compagna Victoria Mary Clarke, giornalista e scrittrice irlandese. Shane ha una spiegazione su come sia emerso il suo lato artistico: “Quando avevo quattro anni ho avuto il morbillo, però le macchie non sono mai uscite, mi sono andate alla testa e sono completamente ammattito per un mese. E’ stato allora che ho iniziato a inventare storie, poesie, canzoni e melodie. È stato allora che sono sbocciato”.