Stan Ridgway è uno dei cantautori più sottovalutati della storia del rock. Nato a Barstow (California, USA), il 5 aprile 1954, dopo essersi trasferito a Los Angeles ha sviluppato una passione per la musica folk. Il suo idolo è Johnny Cash. Tra le sue influenze cita: Peter Gabriel e Kurt Weill. 1977: dà vita ai Wall Of Voodoo. Il loro sound è un mix di musica “roots” americana, new wave, elettronica. 1983: Ridgway, terminata questa esperienza, intraprende la carriera solista.
“Sono cresciuto in quell’America in cui la televisione trasmetteva i film degli anni 30 e 40. Quel cinema si basava su grandi copioni, raccontava grandi storie. Andavo alla ricerca delle storie, dei libri, dei racconti che avevo ispirato quelle pellicole”.
“Il cinema contemporaneo è per me materia di studio. Durante la mia carriera ho alternato l’attività di cantautore a quella di compositore di musiche per film. Quando lavoro per il cinema parto sempre dalla storia. Realizzo lunghe suite che descrivono quanto scritto nel copione”.
“Alcuni critici mi hanno definito un “maledetto”, un “autore in bianco e nero”. Personalmente mi considero un ottimista, uno che racconta storie positive, che danno comunque una chance. E’ vero che sono attratto dal mistero e dal dualismo successo-fallimento, quello narrato da autori americani come Hammett e Chandler”.