La musica da leggere: Acid Queens. Viaggio tra le voci femminili della musica psichedelica. (Enrico Rocca)

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Grace Slick, Linda Perhacs, Dorothy Moskowitz, Gilli Smyth, Alison Bools, Hope Sandoval, Anisa Romero. Ci sono storie, aneddoti, analisi di album e testi, suggestioni, opinioni personali. Le acid queens sono spesso raccontate cpme accessori di avventure discografiche maschili, figure “toste” la cui impronta sulla musica psichedelica non è mai veramente definita. Sono talvolta ridotte a un appiattimento voce-descrizione fisica.

Note dal Passato: Grace Slick (Jefferson Airplane, Jefferson Starship)
“Le case discografiche venivano a cercarci per metterci sotto contratto. Venivamo pagati per fare quello che dei ventenni amano fare ogni giorno: sesso, droghe e viaggi. Venivamo pagati perfino per viaggiare, dovunque ci fosse in programma un nostro concerto”.

“Non era necessario avere abiti stravaganti. Salivi sul palco, suonavi la tua musica e poi te ne andavi a casa o in un altro club”.

“Mi piaceva bere e guidare l’auto a folle velocità. Ho sperimentato tante droghe. Non ho mai mangiato bene. Non ho mai fatto sport. Ho amato il sesso. Il mio dottore mi ha detto che sono una tipa tosta”.

“Negli anni ’60 chi faceva parte di una rock band era pagato per girare il mondo. La gente ti ammirava perché eri una rockstar. L’unico aspetto negativo era l’uso eccessivo di alcol e droghe”.

“Il rock’n’roll mi permetteva di vivere la vita che avevo sempre sognato. Era divertente andare su un palco, cantare, consumare droghe, stare svegli la notte, andare alle feste, frequentare gente interessante, vestire abiti strani, ed essere pagata per farlo”.

“Penso che il mondo che mi circonda non mi piace, che ci sono cose che andrebbero completamente cambiate, che la guerra è orribile, che la povertà è terribile, che l’amore dovrebbe trionfare. So che non tutti i semi che furono piantati negli anni ’60 sono fioriti, ma so anche che nulla è andato completamente perso”.

“Janis Joplin era la musica. Aveva un feeling che nessun’altro all’epoca possedeva. Spesso ci hanno messo in contrapposizione come figure femminili, ma non avevamo un approccio diverso alle cose della vita. Lei era più fragile, aveva avuto un’infanzia difficile, ma era molto più brava di me. Io fui più fortunata, avevo una voce che era perfetta per il rock, avevo attorno a me i Jefferson Airplane, i Grateful Dead, e moltissimi altri musicisti che erano una vera e propria famiglia, alternativa certo, ma una famiglia. Vivevamo in una sorta di straordinaria comune”.

“Nella San Francisco degli anni ’60 tutto sembrava possibile. La musica era dovunque. La polizia ci seguiva, cercando di arrestarci ogni volta che fosse possibile. Era tutto molto assurdo e divertente. Ma non ho nostalgia di quei giorni. Credo che ogni epoca e ogni età meriti di essere vissuta per quel che è, per le emozioni, le esperienze e le possibilità che offre”.

“Con i Jefferson Airplane ho partecipato ad alcuni momenti storici del rock, il Monterey Pop Festival, Woodstock. I concerti oggi sono perfettamente programmati, nulla è lasciato al caso, all’improvvisazione, all’estro del momento”.

“Le canzoni che amo di più dei Jefferson Airplane sono “White rabbitt”, “Somebody to love”, “Wooden Ships” scritta con David Crosby”.

 

 

 

 

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